Davis MVP nella notte dei record di New Orleans

Il 66° All Star Game di New Orleans verrà ricordato  per due record eccezionali, uno dei quali è nato a tavolino. Oddio,  non è la prima volta che succede, l’occasione fa il …record. In Italia  oltre mezzo secolo fa Cesare Rubini l’allenatore dell’Olimpia in una gara di campionato con una debole avversaria convinse i suoi giocatori a dare la palla a Sandro Riminucci che segnò 77 punti, record che durò a lungo fino a quando Carlton Myers arrivò a 100.

Così nella notte delle stelle allo Smookie King Center alcuni big  di spicco  hanno creato un piccolo “trust” all’interno della formazione dell’Ovest  per portare Anthony Davis, giovane giocatore che piace a tutti i colleghi e alla gente, con i suoi 23 anni ancora un cucciolone anche se vinse a 19 anni l’Olimpiade di Londra quando usciva dal college,  a battere il record dell’All Star Game del 1961  di 42 punti,  appartenente a Wilt Chamberlain il leggendario centro che per primo segnò i 100 punti nella NBA.

Poi c’è anche un’ipotesi maligna, quella che la squadra dell’Ovest,  imbottita di primedonne, volesse sì vincere ma marcarsi a vicenda perchè un titolo MVP vale oro per gli sponsor. Parliamo del cannoniere delle Lega di questa stagione Russell Westbrook, del re degli assist James Harden, del re delle triple ed ex MVP della Lega Stephen Curry e il suo braccio destro Klay Thompson del suo braccio sinistro Kevin Durant, senza dimenticare il top-scorer degli Spurs Kawhi Leonard  in corsa per il titolo di MVP della NBA e lo spagnolo Marc Gasol (10 punti, 10 rimbalzi, 8 assist, tripla sfiorata) uno dei due europei della sfida-vetrina. E quindi come in certe gare di ciclismo, hanno pensato fosse meglio non metterla sulla rivalità, lasciare da parte l ‘ambizione personale e ritenuto che la cosa giusta fosse quella di premiare la  giovane star del club organizzatore bersagliato recentemente dalla sfortuna. Vedi aver perso per un infortunio un bonus di 23 milioni di dollari legato ad uno dei tanti trofei della stagione regolare come  la convocazione per l’All Star  Game 2016 di Toronto  al quale non si presentò per l’operazione al ginocchio.

“Per quanto i miei compagni mi hanno stressato  nello spogliatoi prima della gara, penso di aver fatto abbastanza.. Volevo il record per questo pubblico, per la città e alla fine ci sono riuscito”, ha confessato Davis dopo i 51 punti nel contesto dei 374 punti complessivi, 192-182 per l’Ovest. Altro record pesante, perchè si tratta del maggior punteggio nella storia delle 66 edizioni del confronto che l’anno passato in Canada aveva toccato il tetto dei 369 punti.  “I miei compagni  – ha aggiunto Davis – hanno fatto un gran lavoro per mettermi in condizione di segnare, volevano che arrivassi a 50 punti.  Ogni volta Kawhi (Leonard) mi spronava chiedendomi “ancora 6 punti” , o James (Harden)  mi avvertiva sottolineando di essere pronto al suo passaggio”.

Nell’Ovest Westbrook, il MVP delle ultime due edizioni, che non partiva del quintetto iniziale (questione di voti) ha fatto corsa su di sè segnando ben 41 punti (più 7 assist e 5 rimbalzi)  in 20 soli minuti (2 per minuto!), ma con l’aiuto  di Leonard e James Anthony  giocando 32 minuti  ne ha segnati ben 20 punti nel quarto tempo battendo il primato di “Wilt The Stilt” di ben 10 punti. Che fa capire come sia difficile in futuro fare di meglio, a meno di accordi  dentro la squadra.

A Westbrook non è rimasta che  la consolazione  di aver riallacciato i rapporti con Kevin Durant   quando la coppia etichettata i “Batman e Robin del basket” scoppiò  per la decisione di Kevin di  indossare la maglia dei Warriors.  I due hanno diviso lo spogliatoio si sono scambiati un paio di passaggi al bacio, come ha sottolineato Steve Kerr, il coach dell’Ovest. “E’ stata una cosa simpatica che ha fatto parte dello spettacolo, il ghiaccio è stato rotto”, ha  commentato Kerr attento all’armonia dei suoi 12 giocatori che difatti hanno regalato agli albi d’oro un record da urlo, il che significa incontrovertibilmente  un impegno massimo per vincere la gara.

L’attesa massima per il debutto del second’anno Gianni Antetokoumpo, ribattezzato The Greek Freak  per la sua semplicità, è stata ripagata da 30 punti del 22enne greco, top scorer della squadra dell’Est nella quale LeBron James ha segnato 28 punti e Irving 22 con 14 assist. “Ho promesso al’allenatore che avrei lavorato duro, che è appunto la cosa migliore che so fare”, ha detto a copia di Kevin Durant confermando la sua modestia.

Siccome le belle notizie spesso non vengono mai sole,  nelle stesse ore dalla gara del trionfo personale di Davis  i generals manager dei Pelicans e dei Kings stavano mettendo a punto il principale trade del mercato di febbraio che si chiude il 23. Anthony Davis infatti non sarà più costretto  a sacrificarsi nel ruolo di centro perchè  a New Orleans  arriverà DeMarcus Cousins, uno dei tre  grandi centri della NBA col suo potenziale di 25-30 punti e 12 rimbalzi. In cambio Sacramento avrà tre giocatori, Buddy Hield, la matricola  del draft più la prima e seconda scelta del draft 2017 di giugno e una compensazione in denaro. Questa colpo potrebbe consentire ai Pelicans di arrivare ai playoff, una brutta notizia per Denver che è all’ottavo posto, a meno che Cousins non accetti perchè la scorsa settimana aveva dichiarato che alla scadenza del contratto la prossima estate avrebbe voluto rimanere a Sacramento.

Nei concorsi Glenn Robinson III di Indiana ha vinto nella gara delle schiacciate, Eric Gordon (Rockets) la gara dei 3 Punti e il lèttone Kristaps Pozingis (Knicks)  della dell’Abilità (Skills). Il piccoletto di Indiana ha battuto nella finale Derrick Jones jr, rookie del Suns saltando nella sua figura il compagno Paul George e la mascotte di Indiana per chiudere con un reverse a due mani perfetto e un punteggio massimo di 50 punti. La guardia tiratrice di Gary, 23 anni, n.40 del draft 2014, è entrato nelle rotazioni e questa stagione è stato promossi in quintetto, anche se con cifre modeste, 6,2 punti, 0,7 assist, 3,7 rimbalzi. Si definisce un saltatore. Alla gara partecipavano anche Aaron Gordon (Magic)e DeAndre Jordan (Clippers). Finalista l’anno scorso, Gordon  fu battuto nella finale da Zach LaVine.

Cast di lusso per il titolo del tiro da 3 punti. Nella finale Eric Gordon (Rockets) ha battuto per 21-18 Kyrie Irving (Cavs) nello spareggio dopo un 25-20 alla prima prova e 20-20 alla seconda.  Il vincitore  uscente Klay Thompson (Warriors, p.18) è stato eliminato da Kemba Walker (Charlotte). Non hanno passato il primo turno anche Nick Young (Lakers, p.18), Wesley Matthews (Dallas, p.11), CJ McCollum (Portland, p.10) e Kyle Lowry (Raptors p.9) .

Nella gara di abilità anche quest’anno ha vinto un centro (nel 2016 Karl Anthony Towns). Porzings ha battuto Cousins al 1° turno il serbo Nikola Jokic (Denver) al 2° e in finale Gordon Hayward (Utah) che aveva battuto Isiah Thomas (Celtics) nella seconda sfida. Nella sfida fra 4 frontcurt e 4 guardie il MVP dell’All Star Game Anthony Davis  è stato subito fermato da Jokic, ma non era un brutto presagio vista com’è finita la sua giornata.

A cura di ENRICO CAMPANA

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