Coach K. in ospedale, no a Rio?

Problemi di salute. Questa la ragione che rende incerta la presenza a Rio di Mike Krzyzewski designato per l’ultimo suo  mandato alla guida del Dream Team col quale ha vinto le Olimpiadi del 2008 e 2012 e i mondiali 2010 e 2014.
 
Il 69enne coach  che allena Duke, squadra campione NCAA e produttrice di campioni (gli ultimi sono stati Kyrie Irving e Jahil Okafor) ha perso  la gara con Georgia Tech  e passato qualche giorno in ospedale per una serie di esami  allo scopo di stabilire l’origine di un malessere generale.
 
Saputo del ricovero, il presidente di US Basketball Jerry Colangelo gli ha telefonato per conoscere le sue condizioni. “La tua salute viene prima di tutto, di Duke e di US Basketball”. Al momento  questo è il vero interesse si focalizza sull’esito degli esami e  ogni altro discorso è prematuro, ma certo  dal punto di vista organizzativo il problema reale si porrà nel momento in cui il supercoach potrà  valutare con certezza se chiedere al suo fisico di sostenere lo stress di un’Olimpiade e anche una selezione difficilissima fra 30 giocatori di quasi pari valore con i quali si potrebbero fare  tre squadre da medaglia.
 
Al momento lo staff tecnico del Dream Team prevede come assistenti Jim Boheim di Syracuse, Tom Thibodeau (ex Usa e assistente a Londra) e  Monty Williams (vice di Billy Donovan a  Oklahoma ed ex head coach  dei Pelicans) che la scorsa settimana ha perso la moglie in un incidente automobilistico.
 
Kobe Bryant  ha fatto sapere di voler chiudere col basket con la maglia dei Lakers offrendosi però di far parte della selezione per caricare i compagni, mentre LeBron James e Pul George decideranno a fin stagione valutando le necessità di un riposo estivo per mantenere gli impegni con i loro cub e gli sponsor.
 
A ottobre Colangelo aveva già programmato il cambio di gestione  con la nomin i Gregg Popovich  per il prossimo ciclo olimpico dopo Rio che prevede le qualificazioni ai mondali fra il 2017 e il 2018, la World Basketball Cup in Cina nel 2019 e i Giochi del 2020 in Giappone. Inoltre secondo la riforma FIBA per l’attività internazionale il campione dell’Olimpiade non avrà più il posto assicurato come oggi e dovrà fare come tuttte le qualificazioni. Non essendo previsto nel contratto l’ipotesi di un ingresso anticipato del coach degli Spurs, un’eventuale defezione di “Coach K” non può dare per scontata la disponibilità  di Popovich che nella doppia veste di coach-presidente ha molto da fare.
 
A cura di Enrico Campana

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