Mondiale U20, Francia campione. Nona l’Italia

La Francia si laurea campione del mondo Under 20 di rugby battendo l’Australia 24-23 al termine di una finale tanto spettacolare quanto equilibrata, e conquista così il secondo titolo di categoria della sua storia (il terzo in assoluto per quel che riguarda il rugby giovanile, calcolando il mondiale Under-21 del 2006), replicando il successo ottenuto in casa lo scorso anno.

Due le mete segnate dai galletti nel match del Racecourse Stadium di Rosario, entrambe nel primo tempo ed entrambe finalizzate da uomini di prima linea: al 7′ la marcatura pesante porta la firma del tallonatore Theo Lachaud, al 35′ quella del pilone Alex Burin. Ancor più decisivo, però, è il mediano d’apertura Louis Carbonel, che mette a segno una trasformazione e soprattutto quattro calci di punizione capaci di disinnescare le tre mete degli australiani (segnate da Mark Nawaqanitawase, Lachlan Lonergan ed Harry Wilson), che però soffrono troppo gli errori dalla piazzola di un impreciso Will Harrison.

Per i Junior Wallabies, comunque, è il miglior risultato nella storia del torneo annuale, che eguaglia un altro secondo posto ottenuto in Argentina, nell’ormai lontano 2010. Il Mondiale Under 19 del 2006 resta quindi l’ultimo (e unico) successo nel settore giovanile dei canguri.

In contemporanea alla finalissima si è anche giocata, sempre a Rosario (ma sul campo dell’Old Resian Club), la finale per il nono posto tra Italia e Georgia, una partita vinta dagli Azzurrini per 29-17 non senza difficoltà: dopo la meta del vantaggio segnata da Matteo Drudi, infatti, i ragazzi di Fabio Roselli subiscono un calcio di punizione e soprattutto due mete (firmate da Demur Tapladze e Mikheil Alania) a cavallo tra primo e secondo tempo, andando sotto 17-7 al 52’, ma si riprendono brillantemente negli ultimi venti minuti e anche grazie alla profondità della panchina mettono a segno un parziale di 22-0 con le mete di Federico Mori, Jacopo Trulla ed Ange Capuozzo, oltre ai calci di Paolo Garbisi.

Il nono posto, arrivato in un torneo iniziato con tre sconfitte consecutive, è un piccolo successo per l’Italia, che conferma il livello delle precedenti due edizioni (ottavo posto sia nel 2017 sia nel 2018) e può guardare con ottimismo sia al mondiale 2020, che si giocherà proprio in Italia, sia soprattutto all’inserimento futuro nella selezione maggiore di alcuni degli Azzurrini protagonisti in terra argentina.

Per quanto riguarda le altre finali di consolazione, il Sud Africa porta a casa la medaglia di bronzo battendo i padroni di casa dell’Argentina 41-16 nella finale per il terzo posto, l’Inghilterra riscatta un torneo deludente battendo 45-26 il Galles in quella per la quinta posizione e la Nuova Zelanda arriva settima sconfiggendo 40-17 l’Irlanda. Quest’ultima, comunque, è comunque una vittoria dal sapore amaro per i Baby Blacks, costretti al peggior piazzamento finale in tredici edizioni del torneo nonostante una partenza a razzo (due vittorie con bonus consecutive prima di due brutte sconfitte con Sud Africa e Galles).

Capitolo a parte, infine, per lo spareggio salvezza, che valeva l’undicesimo posto e la permanenza nell’èlite del rugby giovanile mondiale: contro ogni pronostico, infatti, a salvarsi sono le Fiji, che superano con un netto 59-34 la Scozia costringendo la nazionale del cardo alla prima retrocessione della sua storia: si tratta dell’ennesimo fallimento di questa generazione di under 20 scozzesi, che già l’anno scorso avevano rischiato arrivando decimi e che anche nel Sei Nazioni di categoria hanno collezionato due ultimi posti consecutivi.

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