Valentino Rossi, 40 anni da leggenda

Valentino Rossi compie 40 anni e l’Italia celebra il suo mito. 24 Mondiali, 9 titoli iridati, 115 gare vinte, 232 podi, 6073 punti, 65 pole position, 23 stagioni consecutive a podio, 323 Gran Premi nella sola classe regina. Numeri di una leggenda che non ha ancora scritto l’ultima pagina della sua storia.

E’ lo stesso Dottore a fare un bilancio in un’intervista alla Gazzetta: “Sono contento di ciò che ho fatto e di come sono. Per la vita normale non è un problema, anzi, si sta proprio bene. Lo è di più per lo sport che faccio. Come pilota di MotoGP sono vecchio e mi dispiace. Mi piacerebbe continuare a correre tanti anni. Non sarà così…”.

“Da piccolino sognavo di fare il camionista. Non so perché, mi piaceva l’idea. Ma non capivo che era un mestiere parecchio difficile. Non sono un nostalgico del passato, cerco di non pensare mai che il tempo passa e che quindi peggioro. Cerco di trovare il modo per diventare migliore, semmai. È sempre più difficile. Quando sono arrivato nel ’96 nel Mondiale c’è stata un’esplosione di popolarità. Ma andando indietro, ero il figlio di Graziano, conoscevo i piloti, qualche articolo parlava di questo ragazzino abbastanza rompiballe…”. 

Alla 24esima stagione da professionista il centauro di Tavullia non si nasconde: “Bisogna essere molto realisti. Io mi accorgo che 10, 15 anni fa ero il più veloce in pista e ora molte volte no. Però mi sento che, se lavoro bene, se sono in forma, se sono concentrato, posso essere quello che va più forte. Forse è un po’ come una droga, ciò che ti piace, che vuoi fare, il resto non dà lo stesso gusto. Dovessi pensare adesso di stare a casa non mi sentirei bene. Non sono pronto a dire basta, mi godo il riposo. Non è che sono terrorizzato di smettere, a un certo punto succederà. Ma finché ce la faccio voglio andare avanti”.

Il rimpianto del decimo titolo: “E’ n sogno nel quale credo ancora molto, ma anche un gran rimpianto, me lo sarei meritato. Due li ho persi all’ultima gara, e sono anche stato tantissime volte vice campione, quindi la mia carriera se ne meritava 10. È anche per quello che ci provo ancora. Già il Mondiale 2006 a Valencia se stavo più calmo e non cadevo lo vincevo. Poi ci sono state tante cose che non ho capito bene, cioè, se sono state un errore o meno: essere andato in Ducati, o anche in Yamaha invece di continuare a vincere con la Honda. Oppure quanto successo a fine 2015, quando poi il Mondiale purtroppo l’ho perso. Ma l’errore vero mi è sembrato quello del 2006, potevo vincere”.

L’argomento figlio: “Mi piacerebbe. È uno degli obiettivi, e anche lì non è che ho tanto tempo. È quasi ora. Sarei un buon padre? Non lo so, vediamo come reagisco. Ho paura più no che sì. Mi impegnerò, anche se non penso sia il mio talento più grande. Francesca è la donna giusta? È un anno che stiamo assieme, io mi trovo molto bene. Abbiamo le tempistiche giuste. Anche lei non ha fretta”.

L’obiettivo per i suoi prossimi 40 anni: “Correre ancora. Qualche anno con le moto e poi un po’ di automobilismo serio. Poi diventare babbo, una famiglia, per il resto spero continui così”.

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