La dolorosa rinuncia di Luca Marini

Le conseguenze dell’incidente avvenuto durante il Gran Premio di Francia, sei settimane fa, continuano a limitare Luca Marini. I pochi giorni fra la gara ad Assen e quella al Sachsenring non gli hanno concesso il tempo di recuperare una discreta forma fisica. A complicare la situazione il layout del circuito tedesco che, con ben dieci curve a sinistra e solo tre a destra, mette a dura prova la spalla sinistra infortunata. Il pilota del Forward Racing Team ha coraggiosamente stretto i denti in questi primi due giorni in Germania, ma il dolore acuto alla fine lo ha costretto a prendere la decisione di non partecipare all’ultima gara prima della pausa estiva. Marini non vede l’ora di tornare in pista dopo lo sfortunato weekend trascorso in Olanda finito prematuramente a causa di un contatto con un altro pilota.

“Come immaginavo sarebbe successo, qui al Sachsenring l’infortunio alla spalla si fa sentire. In questo circuito ci sono numerose curve a sinistra di fila ed è molto complicato per me perché dopo pochi giri perdo la forza e mi spiace perché ormai sono quattro gare che questo infortunio ci condiziona – ha detto -. Per quel che riguarda la spalla, quando sarò a casa farò ulteriori controlli anche perché recentemente è stata riscontrata una piccola frattura della spalla sinistra, oltre all’infiammazione e all’edema, fattore che sicuramente ha aumentato il livello del dolore. Speravo che con la pista bagnata questo mio deficit fisico sarebbe stato meno evidente, ma durante la qualifica mi sono reso conto che nonostante la pioggia dopo alcuni giri ero lo stesso in difficoltà. Per questo motivo purtroppo dovrò rinunciare alla gara di domani, penso che la mia salute sia la cosa più importante e devo concentrarmi per essere in forma per il resto del Campionato. Sfrutterò la pausa estiva per recuperare al meglio per il Gran Premio di Brno, anche perché correre così è piuttosto frustante, non solo per me ma anche per la squadra, e trovarci costantemente in queste posizioni, sapendo che si potrebbe fare molto meglio, non è il massimo”.

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