Travaglio: il sollievo dopo la drammatica telefonata

C’era anche Elisa Travaglio, figlia di Marco, sabato sera in piazza San Carlo a Torino.

La diciottenne è rimasta ferita negli incidenti scoppiati durante la finale di Champions League, come ha raccontato lo stesso giornalista dalle pagine de ‘Il fatto quotidiano’.

“Alle 22.15, subito dopo il terzo gol del Real, mi appare il suo numero sul cellulare. Provo a rincuorarla: ‘Dai, pazienza, è andata così’. Ma la voce dall’altro capo non è la sua. E’quella del suo amico, che assicura: ‘Elisa sta bene, ma non può parlare, ha male a una gamba’. Brivido gelato nella schiena. Me la faccio passare a forza: ansima, piange, ripete ‘vienimi a prendere, voglio andare subito via di qui, c’è stato un attentato, una bomba, non so, mi hanno calpestata, mi hanno camminato sopra, non mi sento più la gamba sinistra, e gli scoppi continuano, stiamo scappando verso piazza Vittorio”.

“Mi fiondo al pronto soccorso più vicino – prosegue il racconto -. Lì già sono in fila quattro o cinque feriti, i più lievi, quelli che ce la fanno a camminare. Poi, nel giro di mezz’ora, ecco tutti gli altri, fino a riempire i minuscoli locali del piccolo ospedale. Sanguinano tutti, tanto. Chi dal capo ferito, chi dal naso rotto, chi dalle gambe e dalle braccia completamente tinte di rosso scuro. Mai visto tanto sangue, neppure in un film di Dario Argento”.

“Alle 2 Elisa è ancora in sedia a rotelle col ghiaccio sulla gamba, nessuno ha potuto visitarla, ci sono casi più urgenti – conclude Travaglio – Vuole andare a casa. La carichiamo in spalla e ce ne andiamo, sperando che non abbia nulla di fratturato. Non andrò mai più in piazza per una partita, e nemmeno allo stadio”.

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