Ancelotti: “Istanbul? Ho rotto la tv”

Carlo Ancelotti è tornato a parlare della famosa final di Champions del 2005, persa ai rigori col Liverpool: “E’ vero che nell’intervallo eravamo felici perchè avevamo giocato molto bene nel primo tempo ma eravamo concentrati sulla ripresa. Non abbiamo festeggiato nello spogliatoio come molte persone hanno detto, ho parlato coi giocatori per 3-4 minuti dicendo loro di concentrarsi e fare in modo di giocare nel secondo tempo come avevano fatto nel primo. Da allora mi è capitato di rivedere la partita ma solo il primo tempo, nel secondo ho rotto la tv”.

“Ci sono stati solo sei minuti in cui non abbiamo giocato bene ed era impossibile per me fare dei cambi – prosegue a Goal.com l’ex allenatore rossonero  – Molta gente mi ha detto che avrei potuto cambiare qualcosa ma era impossibile. Quando abbiamo subito il primo gol, ho pensato: ‘cosa sta succedendo?’. Ma non ho avuto il tempo di fare nulla perchè subito hanno segnato il secondo e poi il terzo. Dopo, la squadra ha ricominciato a giocare e ho fatto qualche cambio verso la fine, giusto delle sostituzioni per avere qualcuno più fresco ma era impossibile fare dei cambi in quei sei minuti. Sapevo che avremmo perso prima ancora che venisse tirato uno dei rigori. Ho giocato tante finali da allenatore e quella è la migliore che abbiamo giocato. La squadra ha giocato davvero bene, non solo nel primo tempo quando stavamo vincendo 3-0, ma anche nel secondo e ai supplementari, abbiamo avuto tante occasioni per vincere prima dei rigori ma a quel punto era impossibile vincere, i giocatori non avevano piu’ la testa sgombra, non avevamo la testa giusta per calciati i rigori, per questo abbiamo perso”.

“Avevamo alcuni rigoristi fantastici ma alle volte non hai bisogno di pensare alla tecnica, è una questione di psicologia. Quando ho visto le facce dei giocatori alla fine dei supplementari mi sono reso conto che non erano più concentrati, erano nervosi. Non ci si può allenare sui rigori, se stai bene con la testa puoi tirare e segnare, altrimenti è impossibile”.

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