Lo psichiatra: “Balotelli è guarito”

Messo fuori rosa dal Liverpool dopo una stagione disastrosa, per Mario Balotelli si prospetta un ritorno al Milan. L’ex bomber della Nazionale ha vissuto un periodo di crisi personale e sportiva. Lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, però lancia un segnale ai dirigenti del Milan: “Riportatelo in Serie A, affiancategli un mentore che crede in lui e tornerà ad essere il bomber decisivo che tutti conosciamo”.
 
Secondo il medico SuperMario ormai è guarito: “La vita è fatta di salite e discese, quello che è certo è che sempre, dopo una salita, arriva una discesa. Capita di andare in difficoltà, di confrontarci con i nostri limiti, di soffrire nell’affrontare il cambiamento di abitudini, di stile di pensiero, che la vita ci porta a vivere. A volte le salite sono lunghe, a volte sono così ripide che quasi ci fanno cadere per terra ma, alla fine, arriva la discesa. La salita di Balotelli è durata molto, soprattutto perchè non gli è riuscito di capire che non era colpa dell’arbitro, non era il mister ad avercela con lui: era la sua salita, la sua opportunità di crescere. Ora però è pronto, la grande sofferenze che si legge nei suoi occhi va trasformata in energia positiva e in cattiveria agonistica. Con una valigia piena di umiltà e voglia di riscatto potrebbe essere l’acquisto dell’anno. Bisogna decidere di credere in lui, di credere nel fatto che alcuni di noi hanno un’adolescenza tardiva che porta alla maturità. Per Balotelli è arrivato il momento di decidere come diventare un campione”.
 
Secondo Cucchi il Diavolo deve “affiancargli un vero e proprio mentore, colui che ti fa guardare oltre dove arrivano i tuoi occhi, dandoti gli strumenti per ampliare gli orizzonti. Una figura professionale capace di limare i tratti caratteriali più disfunzionali, come impulsività e scarsa empatia. Si tratta infatti di un ragazzo che ha subito un’adolescenza tardiva e, ora, sta per diventare maturo e responsabile. E’ difficile pensare che il suo quadro, dal punto di vista clinico, possa essere inserito sotto un’etichetta diagnostica, piuttosto si tratta di un deficit di competenza, una scarsa intelligenza emotiva. Va allenato non solo in campo ma anche alle relazioni, alla comprensione di sè e delle proprie emozioni ed alla gestione dei propri progetti. Non ha bisogno di una figura paterna, ma di un professionista che sappia affascinarlo con carisma e leadership, che sappia esaltare la sua autodeterminazione, rimanendo però nella dimensione dell’umiltà. Ha bisogno di parlare e affidarsi, non può lottare da solo”.

Articoli correlati