Scala non dimentica e prepara il ritorno

Due mesi dopo la ferita è ancora aperta. Anzi, fa sempre più male. Nevio Scala è tornato a Parma per ritirare il Premio Inzani, assegnato dall’omonimo circolo di Via Anedda. La motivazione del riconoscimento è “fair play”, quello che l’ex allenatore e poi presidente del Parma mantiene anche nel rispondere all’inevitabile domanda sulle modalità del traumatico distacco del 22 novembre scorso, quando l’esonero del tecnico Apolloni, del ds Galassi e del responsabile dell’area tecnica Minotti “costrinse” Scala a rassegnare le dimissioni:

“Quello trascorso alla presidenza del Parma è stato un anno straordinario, nel quale abbiamo lavorato con gioia e intensità e grande impegno per risollevare le sorti di una società distrutta – si sfoga Scala – Abbiamo regalato a Parma un anno di gioia. Quel che è successo il 22 novembre lo sapete tutti, ma non voglio ritornarci, non voglio parlarne perché preferisco ricordare solo le cose belle, quelle brutte cerco sempre di dimenticarle. Sono stato in silenzio fino ad adesso e desidero rimanerci perché non vale la pena di parlare”.

Scala torna poi sull’amarezza del momento, già espressa a caldo pochi giorni dopo “i fatti”: “Ho dato le dimissioni perché l’atteggiamento dei dirigenti del Parma non mi è sembrato corretto. Avremmo voluto cambiare il mondo del calcio: capisco la necessità di vincere, ma ci sono modi e modi per arrivare alla vittoria e credo che la gente abbia apprezzato molto il nostro lavoro. Comunque non ho sassolini da togliermi, Parma mi ha dato tanto, attraverso la città sono riuscito a farmi conoscere. Il regalo più bello me lo fa la gente, per strada, quando mi ferma e mi dice ‘Che bello quando c’era lei'”.

Algida la chiusura sul suo rapporto con il Parma attuale da “tifoso”: “Ho chiuso quel 22 novembre, non so più niente ed è meglio cosi”.

A sorpresa, Scala chiude con l’anticipazione della volontà di tornare ad allenare: “Stavo pensando di tornare in panchina, adesso vediamo. Ho tante cose in mente che riempiono la mia vita, la famiglia e un’azienda agricola che sta crescendo. Se deciderò di tornare lo farò con serenità”. 
 

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