Sampdoria-Milan: Pagelloide rossonero

Alessandro Jacobone, leader dei Non Evoluti, dà i voti agli uomini di Gattuso.

Donnarumma 5: l’errore è di quelli da video di Youtube, di quelli che girano in rete per generazioni e che farà sicuramente parte, per lungo tempo, di numerose compilation sugli orrori calcistici. Ma è pur sempre un solo errore e il tempo per recuperare c’era tutto. Lui fa l’impossibile per tenere aperta la gara e lo fa con due interventi alla sua maniera. La squadra non riesce a recuperare e il suo errore è la firma su una amara sconfitta. Riparti Gigio.

Calabria 5: Davide parte alla sua maniera, sulla corsia di destra, cercando di interagire con i compagni di fascia. La fatica è tanta e il compagno di catena, ancora assente. Ma fino a chè gioca nel suo ruolo, galleggia su di una onesta sufficienza. Il dramma si concretizza col cambio di corsia. I movimenti a rientrare che lo caratterizzano diventano sterili sulla corsia di sinistra. Il palleggio più complicato, la frustrazione sempre più forte. 

Musacchio 5,5: è uno degli ultimi a mollare. La ripresa è caratterizzata da diversi morsi sulle caviglie avversarie. Prova anche ad impostare dal basso, ma non trova il supporto dei compagni. Subisce un paio di accelerazioni avversarie e questo, non essendo di certo un fulmine, lo mette in difficoltà. Se la cava con esperienza in un paio di occasioni.

Romagnoli 5: il Milan è come il suo capitano. Il capitano è esattamente come il suo Milan. Volenteroso nella teoria e di buon cuore, disordinato e impreciso nel farlo. Il giropalla difensivo è lento e lui va in difficoltà sotto la pressione degli avanti blucerchiati. Serve una doccia fredda e ricordarsi del meccanismo perfetto che ha funzionato fino a un paio di settimane fa. Coraggio Alessio.

Rodriguez 4,5: faccio immediatamente una premessa. Ricordate le notizie provenienti dal ritiro della nazionale svizzera e della sua sostituzione dopo soli 30 minuti, nella gara contro la Danimarca? Bene, nessuno lo ha detto e nessuno l’ha usato come alibi. Ma Ricardo è sceso in campo in condizioni precarie e ancora dolorante. Ciò non gli evita di prendere una grave insufficienza, poiché gli errori sono diversi e l’apporto scarso, ma dovrebbe far capire che a volte sarebbe meglio analizzare le prestazioni contestualizzandole.

Conti 6: entra per mettere palle in area e lo fa in un paio di circostanze, dando vita ad occasioni ghiotte ma aimè sprecate malamente. Una di queste è rappresentata da un cross al bacio per la testa del pistolero, ma trova un polacco dalle polveri bagnate dal sudore per aver combattuto tutta la gara ed entrambi si guardano sconsolati.

Bakayoko 5,5: se avevamo un dubbio circa la possibilità di vederlo come mezzala nel centrocampo a tre, ce lo siamo tolti guardando il suo primo tempo contro la Sampdoria. Soffre la pressione doriana e non riesce a tenere le distanze con i compagni di reparto. Questo crea inconsistenza e vulnerabilità al centrocampo rossonero fino allo spostamento nella zona di suo gradimento. Sale così il suo contributo, tanto da partecipare all’assalto finale. Un tempo perso per lui, tre punti persi per il Milan. Ergo, mai più spostarlo dal suo ruolo. Mai più.

Biglia 5: cerca di dare ordine al reparto, ma non gli viene data aria per via di un pressing continuo e asfissiante. E si sa che il cervello necessita di ossigeno per pensare, creare, costruire. Col passare del tempo sale la fatica e la nebbia si fa ancor più fitta.

Paquetà 6.5: è l’unico a non sbagliare nulla. Entra nel mezzo di una gara dall’alto tasso di confusione tattica e inizia a danzare palla al piede, unendo quantità a qualità sopraffina. Dal suo ingresso la Sampdoria si impaurisce sul serio. Ma è solo e il suo ingresso è tardivo. Menomale che doveva essere stanco.

Calhanoglu 5.5: agli occhi dei tifosi, appaiono solamente gli errori in fase  di ultimo passaggio. Angoli battuti senza creare le giuste traiettorie e imprecisione nel servire i compagni. Ma rivedendo la gara, non me la sento di dar lui meno di una leggera insufficienza. Lo si trova in tutti i ruoli del centrocampo e ovunque venga posizionato, si fa in quattro per far girare la squadra. Arriva appannato nel momento in cui servirebbe lucidità e questo rimane inciso nella memoria di chi si aspetta da lui conclusioni risolutive.

Suso 5: è uno dei pochi che riesce ad impensierire il portiere blucerchiato, ma il suo apporto è ancora insufficiente e insapore. Le giocate che ci hanno deliziato nelle scorse stagioni, sembrano essersi vaporizzate. Quel Superman eroe di mille partite, sembra adesso portare in spalla uno zaino pieno di criptonite. Levateglielo di dosso perlomeno aspettate a riempirlo nuovamente di ulteriori pesanti milioni. Non vorrei gli venisse la scogliosi.

Cutrone 5.5: dare a lui la responsabilità di non aver risolto la gara, sarebbe da folli. Ma è anche vero che è l’ennesimo ingresso incolore da parte di Patrick. Preferisco pensare sia causa del generale stato catatonico della squadra e non dell’esaurimento della tarantolite che lo ha sempre caratterizzato e che ci ha fatto innamorare di lui.

Piatek 5.5: l’abbiamo conosciuto glaciale dopo i goal segnati in serie, lo stiamo apprezzando silenzioso nel lottare da solo contro intere difese avversarie. Ma mi resta il dubbio che tra una spallata e l’altra, qualche imprecazione in polacco stretto gli sia recentemente uscita. Torna a sparare Kris, ne abbiamo bisogno.

Castillejo 5.5: va in pressione su ogni giocatore avversario, ma lo fa in maniera disordinata e in una solitudine che non fa altro che privarlo di ulteriori energie. Ce la mette tutta, ma non è lui che dovrebbe trascinare la squadra e infatti non gli riesce di farlo. Generoso sì, fenomeno meno. Utile quando tutto gira al meglio e questo non è il caso.

Gattuso 4.5: l’errore di Gigio gli scombina le carte in tavola ma è nel preparare la gara il suo più grande errore. Prima il rindondante caso Biglia/Kessiè, tirato in ballo in maniera eccessiva. Poi la nervosa replica alla domanda riguardante il suo futuro. Tutti ingredienti dannosi nel processo di convalescenza post derby. La squadra è certamente con il suo allenatore, tanto da scendere in campo confusa quanto lo è lui in questo momento. Gruppo e Mister possono uscire insieme da questo tunnel iniziato col pessimo derby. A noi non resta che sperare non sia lungo come il traforo del Monte Bianco.

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