Kakà verso il ritorno al Milan: “Studio da dirigente”

Kakà è pronto per il suo secondo ritorno nel Milan. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il trequartista rossonero ammette che è tentato dall’avventura in rossonero: “Ma la priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabella che sono ancora piccoli e vivono a San Paolo. Luca ha dieci anni, Isabella sette. Adesso per me è difficile lasciarli, quindi non cerco incarichi precisi. E devo studiare, capire i meccanismi di lavori per me nuovi. Seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi. Se mi vedo allenatore? Per la verità no. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo”.

“Cosa ha portato Leo al Milan? Esperienza, contatti internazionali con Fifa, Uefa, grandi club. Leo ha fatto tutto, ha girato il mondo. È intelligente e conosce bene anche il mondo della comunicazione. Sa come si gestisce una squadra importante”.
Il ritorno di Maldini: “Paolo è la storia, la bandiera. È l’idolo. Nel mondo, se si parla di Milan si parla di Paolo e viceversa. Paolo è la fedeltà. Non voglio dire nulla della precedente dirigenza, con la quale c’era stato qualche contatto, ma questa ha qualcosa di diverso, perché ha ritrovato il dna rossonero. Ha recuperato le caratteristiche del club, il senso di appartenenza. Leo, Paolo che sono tornati e Gattuso che è rimasto in panchina. Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. E serve tanto”.

Gli obiettivi dei rossoneri: “L’ideale è immaginare di tornare subito in Champions League, il traguardo da un punto di vista razionale deve essere quello. La Juve ha tanta qualità, abitudine a vincere, organizzazione. Sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del club. Il calcio è un gioco imprevedibile. La Juventus è davanti a tutte, ma parlando del Milan penso ad esempio che la spinta dei tifosi che hanno ritrovato orgoglio possa essere un elemento determinante per scalare le gerarchie. L’obiettivo è ricostruire, però sarebbe bellissimo vincere subito. La Juventus è la squadra più forte d’Italia, però nel calcio accadono tante cose. Succede che il Leicester vinca la Premier League, per esempio”.

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