Jacobone: “Incomprensibile il silenzio del Milan”

Il leader del movimento “Milanisti non Evoluti” nonché noto opinionista a tinte rossonere, Alessandro Jacobone, con Sportal.it ha parlato della polemica esplosa nel mondo Milan per lo spostamento alla sera della partita di domenica 19 maggio tra Juventus e Atalanta.

Lo spostamento a domenica sera del match tra bianconeri e bergamaschi sta provocando tante proteste da parte dei tifosi rossoneri.

“Premesso che la squadra domani a Firenze debba fare il suo lavoro e conquistare i tre punti necessari per non perdere contatto con la quarta posizione, trovo assurdo che si disponga di questo campionato ad uso e consumo di una squadra sola. Lo spostamento chiesto dalla Juventus e approvato dalle istituzioni calcistiche, non ha motivazioni che possano essere anteposte alla regolarità del campionato. I bianconeri sono campioni d’Italia ma il torneo è ancora in corso e l’obiettivo qualificazione alla Champions ancora raggiungibile da diverse squadre. Approccio discutibile al derby di Torino; quattro giorni di riposo pre gara contro la Roma e adesso questo rinvio, seppur nel loro diritto, minano alla regolarità dei risultati. Ricordo quando gli arbitri aspettavano l’ok dagli altri campi prima di iniziare la gara, e il telefono era ancora con i fili e non esistevano gli smartphone”. 

Perché il Milan non prende una posizione ufficiale?

“Non capisco il continuo silenzio della società rossonera. Non è caduta di stile difendere il proprio team, se a navigar nello stesso mare, ci sono società ben attente ad avvisare i naviganti, anche solo per portar pressione pre gare importanti. Ad usar troppa educazione, in Italia si passa per stupidi e per deboli. Questo si evidenzia sul campo ad ogni partita dove, che si giochi a San Siro o in trasferta, il Milan non incute “soggezione psicologica”, tanto meno rispetto da parte della terna arbitrale”. 

Cosa pensi di Elliott e del suo approccio al calcio italiano?

“Elliott ha garantito al Milan solidità finanziaria e una dirigenza di prima classe. Dio solo sa quanto vivano meglio i milanisti senza aver l’ansia di un mancato bonifico dalla Cina. Ma il calcio è un asset che coinvolge aspetti che in altri settori non vengono neppure considerati. Il tifoso non è solo un cliente libero di comprare o meno il prodotto che l’azienda produce. Il tifoso c’era, c’è  e ci sarà anche nei prossimi secoli. Bisogna che la proprietà consideri tutto questo e difenda, oltre al suo investimento, anche tutto quello che il mondo Milan porta con sé, tifosi inclusi”.

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