Hugo Maradona zittisce Dani Alves: “Parole da juventino”

Sarà stata la rabbia per la Champions sfuggita di mano, o il fatto di averla persa proprio contro il “nemico” Real Madrid, fatto sta che Dani Alves sembra finito al centro di una serie di polemiche difficilmente controllabili.

Dopo il consiglio poco “politicamente corretto” a Paulo Dybala di lasciare la Juventus per arricchire la propria bacheca, che ha fatto infuriare società e tifosi bianconeri, l’esterno brasiliano se l’è presa pure con Diego Maradona, nell’eterno paragone con Leo Messi:

“Volete paragonare Messi con Maradona? – le parole dell’ex Barcellona – Non è possibile, quanti Palloni d’Oro ha vinto Maradona? Io non sarei orgoglioso di poter dire di aver vinto una Coppa del Mondo facendo un gol con la mano. Come sportivo non lo prenderei a esempio per i giovani”.

Parole che peccano di un pizzico di disinformazione (durante la carriera di Maradona i calciatori non europei non potevano concorrere alla vittoria del Pallone d’oro) e che comunque non potevano lasciare insensibili i familiari dell’argentino.

Secca la replica del fratello minore Hugo, ex giocatore dell’Ascoli, che ha tirato in ballo pure la Juventus: 
“Ho letto tante cose in questi giorni, voglio solo dire una cosa a Dani Alves: stia zitto, non si può permettere di parlare di mio fratello così. Soprattutto non è all’altezza. E poi lui si comporta così perché è juventino e allora, visto che lo è, stia zitto”. 

Più articolata, ma anche molto educata, la risposta di Dalma Maradona, la primogenita del Pibe de oro:
“Così come critico molto mio padre, così so anche difenderlo. Spero che Dani Alves abbia un secondo per leggermi. Mi rivolgo a Lei con lo scopo di spiegarle chi è mio padre visto che credo di esserne a conoscenza, a differenza sua. Ho visto un frammento di una sua intervista, nel quale diceva che non si possono paragonare Messi e mio padre: le potrei dire che sono d’accordo e che ho sempre detto che questo paragone è per persone ignoranti e che, da argentina, amo Messi e festeggio ogni suo trionfo. In seguito si chiedeva quanti Palloni d’Oro avrebbe vinto mio padre, ma la domanda mi fa quasi pena visto che nell’epoca in cui giocava questo riconoscimento veniva assegnato solo ai calciatori europei. Forse lei non lo sapeva… Poi, ha detto che non sarebbe orgoglioso di aver vinto un Mondiale con un gol di mano e lì, se me lo permette, le chiederei se ha avuto la possibilità di vedere l’altro gol che mio padre ha segnato in quella partita. Per concludere, afferma che non utilizzerebbe mio padre come esempio sportivo per i giovani e, a questo punto, mi azzardo a dire che anche mio padre sarebbe d’accordo, perché lui stesso ha detto tantissime volte che non ha mai voluto essere un esempio per nessuno e che ha fatto ciò che ha potuto. Si faccia un favore e parli con qualcuno dei suoi colleghi calciatori brasiliani e chieda loro chi è mio padre, sono certo che molti di loro potranno spiegarglielo perfettamente! Chiudo dicendole che, secondo la mia umile opinione, è più sano e molto più intelligente scegliere il silenzio quando non si sa di chi si sta parlando. Buona vita!”.

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