Ferrero: “Siamo in lutto, la Serie A non parta”

L’inizio della Serie A è a rischio. Due giorni dopo la tragedia che ha sconvolto Genova, l’apertura del campionato di calcio 2018-2019, prevista per sabato 18 alle ore 18 con l’anticipo tra Chievo e Juventus, potrebbe subire un rinvio. Dopo la richiesta di posticipare la partita tra Sampdoria e Fiorentina, cui potrebbe far seguito quella del Genoa, impegnato in casa del Milan, si sta facendo largo l’intenzione di rinviare l’intero programma della prima giornata.

Ad anticipare la possibile decisione è stato il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, intervenuto a ‘Rmc Sport’: “Le partite si recuperano, i morti no – ha detto Ferrero – Il presidente di Lega Miccichè sta valutando la situazione e sono certo che accoglierà il mio appello, è un uomo di spessore. Sampdoria, Fiorentina, Milan e Genoa non giocano. Si è unita anche la Juventus. Non ho sinceramente il coraggio di pensare ad esultare in un momento come questo: ci sono ancora dispersi sotto le macerie, non posso pensare di mandare in campo i miei ragazzi. Lo sport è cultura, è vita: occorre fermarsi un attimo e riflettere. A casa mia comando io. Domenica potremmo portare un messaggio di continuità di vita, ma ognuno la pensa a modo suo. Per quanto mi riguarda, sabato non giochiamo”.

A rischio in particolare i due anticipi in programma sabato (oltre a Chievo-Juventus anche LazioNapoli), nel giorno del lutto nazionale: “Ho sentito l’amministratore delegato Marotta e mi ha confermato che l’intenzione della Juventus è quella di non scendere in campo, dandomi pieno sostegno. Poi ovviamente facciamo parte di una Lega e in questo senso aspettiamo la decisione del presidente Miccichè. A prescindere da questo, però, la Sampdoria non intende giocare”.

Ferrero ha poi mandato un messaggio alla città: “Sono uomini coraggiosi e meravigliosi: viva la città di Genova, sono certo che si rialzerà ancora come ha sempre fatto. Sono certo che ci sarà una reazione positiva: si faccia sì tutti insieme che queste tragedie non si possano mai più ripetere. Rialzati, Genova!”.

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