Capello: “Arbitri italiani obbligati a mentire”

Fabio Capello, ospite del convegno dell’Assoallenatori sui rapporti tra tecnici e arbitri, ha attaccato duramente il settore arbitrale italiano.
 
“Racconto un aneddoto, RomaAtalanta di qualche anno fa: parte una parola dalla panchina, l’arbitro Trentalange viene verso di me e mi caccia. Io dico ‘guardi che non sono stato io, non ho detto nulla’, poi sono stato allontanato. Ho fatto opposizione tramite la giustizia sportiva, l’arbitro è stato interpellato successivamente e ha confermato che ero stato io. Mi sono beccato un turno di squalifica e ottomila euro di multa. Perché è accaduto così? Perché voi li obbligate a dire delle bugie”. 
 
E l’allenatore di Pieris non si ferma qui: “Vi chiedete perché in Italia ci sono tante simulazioni? Perché le premiate, un calciatore va a terra e viene premiato con un fallo a favore. Io vado in giro per il mondo, il calcio deve essere anche agonismo e in Italia stiamo perdendo questo aspetto”.
 
L’introduzione della moviola in campo: “Un tecnico lavora un anno intero, poi viene punito da un errore arbitrale. Al Mondiale con l’Inghilterra sono andato a casa per un errore simile. Il calcio va sempre più veloce, però poi la tecnologia non viene applicata”.
 

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