Buffon: “Milan e Inter cinesi? Una sconfitta”

Gianluigi Buffon si confessa in un’intervista al Corriere della Sera. Criticato per i due errori clamorosi con l’Italia e la Juve, il portierone si è riscattato sfoderando una prestazione da urlo in Champions League: “L’errore è qualcosa che mi provoca uno choc: non sono abituato, capita e faccio fatica ad accettarlo. Sono molto autocritico, continuo a darmi scudisciate psicologiche e morali per tanti giorni: da me non accetto certi errori. A costo di essere masochista, le critiche mi piacciono e mi stimolano. Se non le accettassi, dovrei smettere di lavorare. Mi stizzisco quando toccano certi argomenti: ho 22 anni di carriera alle spalle, penso di aver dimostrato qualcosa. E l’ultima stagione buona non l’ho fatta tre anni fa: sono stato protagonista dell’Europeo, dentro e fuori dal campo. Per cui stiamo un po’ calmi. Io gioco per dimostrare di essere diverso dagli altri: a 38 anni posso fare delle cose che gli altri non hanno mai fatto”.

Il futuro: “Il calcio è il mio mondo da 32 anni. E ho avuto la fortuna di viverlo come un tarlo dal di dentro, ricavandone le mie verità. Il campo è la parte più bella, ti regala emozioni che danno senso alla vita. Un ruolo di allenatore con la sua quotidianità non mi piacerebbe. Un ruolo da c.t. invece non lo escluderei a priori: mi rimarrebbero le emozioni del campo, ma anche un po’ di libertà per dedicarmi ad altre cose”.

La Juve sta dominando incontrastata in Italia: “Qui c’è il gioco di non prendersi responsabilità, di dire che il favorito è l’altro, per il budget, il fatturato, eccetera: lo trovo ridicolo. Sulla carta la Juve è la più forte ed è un dato di fatto. Sul campo sta vincendo, che è una cosa diversa: secondo me la Juve deve migliorare, perché se abbiamo velleità europee non ci può bastare quello che stiamo facendo ed esprimendo in campo adesso”.

La questione Intralot: “Se porta soldi alla Federcalcio eticamente non è bellissimo, ma è da 20 anni che le pubblicità di scommesse sono ovunque: tutti giocano e tutti prendono le distanze. Siamo ipocriti e bigotti”. 

Inter e Milan in mano ai cinesi: “Inter e Milan in mano ai cinesi è la sconfitta del calcio italiano. Dell’Italia come Paese, delle tradizioni, di tutto: devi ritrovarti a ringraziarli e a dire grazie per essere venuti. Ma abbiamo ciò che meritiamo, siamo volubili, senza un senso di appartenenza radicato e la storia lo ha sempre dimostrato: chiediamo l’identità italiana, ma se l’italiano dopo 30 anni vive un momento di difficoltà con 5 anni da 10° posto, allora non lo accettiamo”.

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