Tifosy, Y come incognita

I vertici di Lega Basket si attribuiscono – con toni autoreferenziali e enfatici, dimenticando che lo Sponsor del campionato ancora non c’è – una grande capacità di cambiamento della A e anche (addirittura!) dei destini del basket. La paroletta magica è l’inglesizzazione mettendo una “Y” al posto della “I” alla parola Tifosi. TIFOSY quindi, un progetto social-business molto sbandierato e che può essere visto da due angolazioni: una ciambella di salvataggio per i club e un pericoloso cavallo di Troia. Perché? L’ARCITALIANO cercherà di spiegarvelo dividendo per chiarezza l’argomento in paragrafi.

1. CHE COSA è TIFOSY

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TIFOSY è una piattaforma internet specializzata in “Fanfunding” ossia nella raccolta di risorse economiche (anche di pochi euro) per la realizzazione di un progetto da una base di tifosi sportivi numericamente rilevante. L’esperienza è mutuata da analoghe piattaforme specializzate nella raccolta di fondi per la realizzazione di progetti nel cosiddetto “terzo settore”.

Minimo comune denominatore di queste iniziative sono:
– la riconoscibilità e reputazione del soggetto che lancia il progetto (nel caso del basket i club di serie A)
– il forte legame emotivo tra il promotore e i tifosi (nel nostro caso l’attaccamento del tifosi al club).

In Italia TIFOSY è stata adottata per la prima dalla Lega Calcio Serie B che, attraverso essa, sta raccogliendo fondi per la realizzazione di un impianto calcistico a Lampedusa (ad oggi raccolti circa 59.000 euro, la raccolta si chiuderà a fine anno).

2. TIFOSY LIMITED

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La piattaforma Tifosy.com è di proprietà della società londinese “Tifosy Limited” con sede a Stowmarket, una cittadina di circa 15.000 abitanti nella contea del Suffolk, in Inghilterra. Costituita il 25 aprile del 2013, ha come azionista di maggioranza(56,37%) Fausto Zanetton, un italiano quarantenne residente a Londra con un curriculum come “investment banker” specializzato in “media e internet”. Dall’aprile 2015 è Ceo di Tifosy (oltre che esserne socio di maggioranza), in precedenza ha lavorato come director in Morgan Stanley e Goldman Sachs. GIANLUCA VIALLI, il più noto tra gli azionisti (6,64% del capitale) è divenuto socio nell’aprile 2016 nell’ambito di un allargamento della base sociale che ha visto l’ingresso di soci da più nazioni europee ed un allargamento del consiglio di amministrazione. Come è evidente “Tifosy Limited” è una società “for profit”. Questo significa che, per ogni raccolta fondi, una commissione percentuale della raccolta stessa diventa ricavo per TIFOSY. Non solo. TIFOSY facendo leva su partnership sportive molto note, aumenta la sua notorietà e reputazione velocemente aumentando altrettanto velocemente il valore della società e per i suoi soci. E’ possibile che, soprattutto in questa fase di sviluppo dell’azienda, TIFOSY rinunci alle commissioni sulla raccolta pur di costruire collaborazioni e quindi di aumentare notorietà e reputazione con forte accelerazione.

3. POSSIBILI DEBOLEZZE PER LA LEGA BASKET

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Abbiamo visto origine, struttura e modello di business di TIFOSY. La domanda da porci adesso è: quali sono i VANTAGGI e gli SVANTAGGI per la Lega Basket nella partnership?

I VANTAGGI evidenti sono due: a) offrire servizio ai club per aumentare i ricavi; b) migliorare la reputazione della Lega attraverso la vicinanza a concetti come tecnologia e innovazione. I possibili SVANTAGGI sono legati a quanto TIFOSY ha pagato (in denaro o servizi) alla Lega e come i tifosi vedranno questa iniziativa e le proporzioni dell’impegno economico

Circa il PREZZO pagato da TIFOSY dipende dal negoziato tra Lega Basket e TIFOSY e possiamo quindi solo farci delle altre domande:
– per ogni progetto sviluppato dai Club di Serie A Tifosy e/o la Lega vengono remunerati?
– per la comunicazione che la Lega offre a TIFOSY è o sarà remunerata? Se si, come?

Il secondo punto è importante perchè, a tutti gli effetti, TIFOSY in questo momento è il marchio sponsor che (forse più di ogni altro) ha ricevuto ritorni dall’accordo con la Lega.

Per quanto riguarda la PERCEZIONE dei tifosi, non dobbiamo dimenticare che il tifoso coincide in gran parte con lo spettatore live delle gare e gli spettatori nel basket di Serie A, più che in ogni altro Campionato, forniscono ingenti risorse ai club.

Il RISCHIO è che i tifosi si sentano “spremuti”, a maggior ragione se la partnership nel suo complesso permette a terzi esterni ai club di trarre profitto dal loro attaccamento ed impegno.

A questo punto, per rispetto degli aficionados e del basket di cui è appassionato ma anche dell’innovazione di questo sport e del pericolo di “patacche” o avventure, l’ARCITALIANO veste i panni di un umile San Tommaso. E sapendo bene che la manna non arriva dal cielo sul quale svolazzano invece gabelle di ogni fatta (e in quantità insostenibile), pone all’esperto che ci ha illustrato con chiarezza l’impianto del progetto – che forse ad oggi club e tifosi non avevano avuto i tempi tecnici per capirlo a fondo – le seguenti domande:
– c’è stata una votazione interna della Lega sul progetto?
– è stato condotto un sondaggio fra i tifosi e, se sì, quali risultati ha espresso?
– come è regolata l’entrata/uscita dei tifosi-investitori? Quali sono i loro diritti? Sono tutelati individualmente o dal club di riferimento?
– è fissato un limite all’investimento, o è possibile paradossalmente che una massa di investitori-tifosi sposti una cifra superiore al capitale sociale del club di riferimento, e quindi possa, teoricamente, reclamare diritti a danno della proprietà?
– su queste raccolti di fondi, specie se gestite dall’estero e attraverso una società con sede in un paese che potrebbe presto essere al di fuori della Comunità Europea, come vigila il Ministero delle Finanze? Naturalmente le domande vengono girate in copia ai club, alla Fip, agli organismi di vigilanza, nella speranza di avere risposte chiare e precise. L’ARCITALIANO, letto del rinvio a giudizio della Procura di Siena per 14 persone in cui dietro il fallimento della società Mens Sana-Montepaschi si stratificano 33 capi d’imputazione, sintesi di 21 mila pagine d’istruttoria, vuole scansare il dubbio anche remoto di poter leggere la notizia di un ragazzino che per amore della sua squadra rompa il salvadanaio o sottragga un libretto d’assegni ai familiari e in lacrime si giustifichi con i genitori, per i soldi scomparsi con questa frase: “Ero stufo di veder perdere la mia squadra contro l’Armani solo perché mette in campo un budget di 20 milioni volevo solo aiutarla”.

A cura di ENRICO CAMPANA

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