Reyer Venezia, la crisi ai raggi X

L’Umana Reyer Venezia di Carlo Recalcati si trova attualmente al settimo posto in classifica in Serie A, insieme con l’Enel Brindisi, a fronte di un bilancio ben poco esaltante di 6 vittorie e 5 sconfitte. Nonostante in molti ad inizio stagione individuassero nella compagine orogranata una delle grandi favorite per la conquista dello scudetto, i risultati sul campo stanno confutando tali previsioni. 

Sportal.it ha interpellato a tal proposito Enrico Campana, ex prima firma del basket e sport olimpici della ‘Gazzetta dello Sport’, nonché direttore, per sette anni, di ‘Superbasket’.  
 
Dopo 11 giornate di campionato nessuno si sarebbe aspettato una Venezia così in difficoltà. Addirittura in molti la consideravano una contender credibile per Milano e Sassari. Che succede in Laguna?
“La Reyer Venezia è sotto l’occhio della critica perché i risultati contraddicono tutti i pronostici di inizio stagione. Anche Meo Sacchetti disse in estate che per lui Venezia era la squadra da battere. Se a dirlo è l’allenatore campione d’Italia, un personaggio solare ed onesto che ha giocato ed allenato ad altissimo livello, allora bisogna dargli assolutamente credito. E’ vero anche che dall’altra parte Recalcati ha sempre rifiutato il pronostico dei colleghi. Il problema, però, è che i risultati della Reyer non contraddicono solo i pronostici, ma anche quanto fatto l’anno scorso quando fu eliminata solo in semifinale playoff dalla Grissin Bon. La Reyer non fatica solo in Serie A ed anche in Eurocup ha fatto male, in una edizione che non volge al meglio per le italiane che hanno chiuso sotto al 50% con 20 vittorie e 22 sconfitte. La cartina di tornasole è data dal fatto che il basket europeo è cresciuto, a differenza di quello italiano, come testimoniano anche i disastri delle due squadre in Eurolega (EA7 Emporio Armani Milano e Dinamo Sassari). In Eurocup: Brindisi ha lo stesso record del Krasny Octyabr di Gerasimenko, Trento è arrivata al secondo posto ma ha perso malamente con Bilbao, la Grissin Bon ha chiuso al terzo e Venezia, addirittura, al quarto”. 
 
Eppure, a leggere i nomi che compongono il roster dell’Umana, sembrerebbe coesistere il giusto mix di esperienza, talento e gioventù.
“Un dato interessante e che andrebbe ulteriormente approfondito è proprio quello che riguarda il parco giocatori. Nessun’altra squadra di Serie A può infatti vantare giovani come: Totè, Bolpin, Ceron e Candussi, tutti spediti in prestito altrove. Gli ultimi due adesso giocano a Pesaro e domenica hanno contribuito proprio a battere Venezia. Non era il caso di tenerli e provare a lanciarli, visto che Recalcati è bravissimo con i giovani? Lui ha lanciato Aradori e Cusin, quindi è uno che ci sa fare… Il roster dell’Umana è composto da 7 guardie con la necessità di far giocare Tonut e Ruzzier: sono ragazzi giovani, è vero, ma quando sono stati chiamati in causa non hanno fatto male ed hanno grande bisogno di giocare. In questo, come detto, Recalcati ha la coscienza a posto ma mi chiedo ancora: non poteva rimanere qualcun altro? E poi: Mike Green può giocare con Phil Goss? Per le guardie della Reyer c’è il pericolo di essere dei doppioni, quando gioca bene uno, l’altro non riesce ad esprimersi al meglio Noi di Sportal.it questo lo diciamo da inizio stagione. L’unico giocatore che svetta a livello individuale è Michael Bramos che, però, non è un fuoriclasse, altrimenti le due greche (Olympiacos e Panathinaikos) non lo avrebbero lasciato andare via. E’ un ottimo tiratore da 3 punti ma quanto costa il suo inserimento in termini di minor impatto degli altri? Guardiamo le cifre di Viggiano, ormai pare un ex tiratore. Non è che magari vuole andare via?”. 
 
Le statistiche non mentono mai. Come dobbiamo leggere i numeri contrastanti della compagine orogranata?
“Se andiamo a vedere le cifre, Venezia è nona nei punti segnati con 77,5 e per una squadra perimetrale come la Reyer è una cifra pessima. Nei rimbalzi, poi, è tredicesima. Owens è un magnifico secondo lungo ma non ha la potenza fisica per essere dominante nemmeno nella nostra Serie A, il suo ruolo naturale è quello della power forward. Negli assist è prima con 19 di media, tipico delle squadre di Recalcati, ma questa circolazione del pallone non si traduce in buone percentuali. Nei tiri da 2 è sesta, così come in quelli da 3. E’ costruita per avere tante guardie che dovrebbero recuperare quindi tanti palloni ma le cifre non rispecchiano l’idea di gioco dell’ex ct della Nazionale. Venezia è un po’ come Cenerentola che va a palazzo ma entro mezzanotte deve tornare alla sua realtà domestica. E’ regina per una notte ma non lo riesce ad essere per un’intera stagione”.
 
Sembrerebbe quasi un processo alla Reyer… 
“Non lo è assolutamente. Mi farei tagliare la mano destra con cui scrivo piuttosto che muovere una critica a Recalcati, per i suoi titoli, la sua conoscenza della pallacanestro, per la sua capacità di adattamento alle situazioni e perché ci ha sempre visto giusto. Meriterebbe di vincere il quarto scudetto con quattro squadre diverse, battendo sé stesso e Valerio Bianchini fermi a tre. Lui può riuscirci in due modi: piegare i giocatori ad una nuova realtà di gioco, oppure provando ad andare sul mercato, promuovendo uno dei due playmaker (Green o Goss) al ruolo di titolare indiscusso e prendendo un pivot vero, magari rinunciando anche a Ortner”.

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