Recalcati “sollevato”, non pensionato

Di certo, essere “sollevato” – brutto verbo che nello sport non si dovrebbe mai usare e nemmeno se  viene compensato dai ringraziamenti di circostanza – avendo stabilito un record stagionale, seppur nella sconfitta,  è un fatto da Guinness che purtroppo  fa il paio con quello di Sacchetti  messo fuori  dal presidente di Sassari dopo pochissime giornate nell’anno solare di una storica – e irripetibile? – tripletta. Prendiamo atto che ormai  fa parte del costume dello sport italiano, ma   il basket dovrebbe  far di tutto per evitarlo magari procedendo a realistici contratti annuali quando non è sicuro delle proprie scelte. Spesso  diffidando degli altri, o magari anche di se stesso pensando che contino solamente  i soldi e gli allenatori bravi sono tali perché nel loro zaino tengono la bacchetta magica.
 
Si è congedato con stile da Venezia Carlo Recalcati, ma il suo stipendio rimarrà a bilancio dell’Umana Reyer per un altro anno e 4 mesi in virtù del rinnovo biennale dopo la semifinale dello scorso anno. Quel che più gli preme sottolineare è  più che mai la convinzine che questa squadra coglierà il frutto del lavoro e del valore (“sarebbero arrivati , io mi sono trovato altre volte in altre situazioni simili e ho mantenuto la freddezza e la fiducia, ma non tutti hanno questo tipo di reazione nelle situazioni difficili”) perché, spiega,  nella scelta del club di promuovere il livornese Di Raffaele, ex giocatore,  vede una continuità del lavoro fatto.
 
“Ieri siamo stati a pranzo assieme, ho la massima fiducia in lui tant’è  che c’era un patto preciso col presidente per cui finita questa stagione avrei passato l’incarico al mio vice e nella prossima avrei svolto il ruolo di coach senior” , svela Recalcati questa possibile svolta morbida che adesso viene anticipata repentinamente col pericolo di contraccolpi e traumi.
 
Martedì  s’è incontrato con la stampa veneziana, ha confermato di essersi trovato suo malgrado, in questa esperienza lagunare, qualche momento di tensione col patron (Brugnaro) ma nega che il rapporto sia precipitato in una lite. “Non sono certo una persona che si mette a litigare”.
 
Vedendo anche gli attestati affettuosi e sinceri di solidarietà dei giocatori gli piace sentirsi vicino ancora a loro, ma anche un po’ più libero per riappropriarsi  della necessaria serenità “perché sono stati due anni stressanti”. E non per l’età, i 70 anni dimostrandone almeno 15 di meno.
 
Il suo nome  è finito subito sulla graticola, ma non legato alla sua prossima panchina. Riguarda una possibile candidatura alla Legabasket di cui si era parlato anche la scorsa stagione, o di un incarico dirigenziale dentro la Fip con un organismo tecnico o uomo forte della Lombardia nella squadra di Petrucci nel prossimo mandato.
 
Il giorno 20 a Milano è prevista l’assemblea di Lega,  il presidente Marino giocherà la carta dell’annessione alle Coppe FIBA, i successi televisivi (speriamo che metta sul tavolo gli indici d’ascolto, o che qualche club glieli chieda, noi li sappiamo) sperando in una riconferma dopo giugno, anche se è spuntato un ” sub judice”,  per ora  quasi vagheggiato, di una chiamata alla poltrona di sindaco di Brindisi (ma con quale schieramento politico o benedizione dall’alto, sinistra, destra o centro?).  Marino è sostenuto da uno schieramento area sud-isole più Varese e Cantù che accetterebbe di mettergli a  fianco  un esperto del mercato Tv, Andrea Bassani (dirigente Euroleague a Barcellona). L’altro schieramento  conta più di una quarantina di scudetti, con Armani capofila, e poi Bologna (a meno che la crisi interna delle ultime ore porti a cambiare posizione), Reggio Emilia, Venezia, Pesaro, Cremona, Pistoia, Trento .E non è disposto a procedere con la situazione ponte sorta con la vicenda giudiziaria di Minucci e a doppia presidenza Lega (a 120 mila euro, primo presidente de consorzio a percepire un consenso) e Brindisi, quindi deve decidere cosa scegliere. Di questo gruppo fa parte Brugnaro che  lancerebbe la candidatura di Recalcati, anche se non sono previsti voti in questa assemblea di medio termine,  ma il “core business” è il sì all’orbita FIBA e l’uscita da quella Euroleague. Un passo da valutare bene quello della relazione di Marino ragionando beni sui rischi, gli interessi, ascoltando le due parti e anche valutando le mosse delle altre leghe che fin ad oggi non si sono spinte così avanti.
 
Tornando a Recalcati e Brugnaro,  le malelingue sostengo che il proprietario della Reyer   potrebbe risparmiare un anno di contratto con il suo ex allenatore presidente, ma siamo sicuri che non sia cosa da lui, nè Recalcati accetterebbe questo endorsement machavellico. E’ più facile che l’argomento non venga nemmeno sfiorato.  E comunque Realcati sembra avere” un grande futuro dietro le spalle” come diceva Gassman, anche come sfidante di Petrucci nel caso della mancata qualificazione olimpica. Per ora Petrucci ha tacitato il presidente della Lombardia Mattioli che non voleva più certi privilegi alla Toscana chiedendogli addirittura di curare la sua rielezione plebiscitaria per il prossimo quadriennio. Ma sulla questa scelta la Lombardia si è spaccata, alcune province non sono con Mattioli, la candidatura di Cappellari può  essere deflagrante, Mattioli deve cambiare cavallo sul nome del  consigliere  come gli chiede la parte che lo sostiene,  l’Albini non ci sta a lasciare Roma , e inoltre si sente offesa di aver ricevuto un aut aut nel recente meeting dei presidenti dei comitati regionali a Bologna in cui l’emiliano Tedeschi, ex designatore-lampo della A di calcio e che dovrebbe essere il vicepresidente forte del prossimo mandato, avrebbe messo al muro il presidente della  Lombardia con un discorso di questo tenore:  “Sappiate che i voti ci sono, pazienza se voi non ci siete”.
 
Come si vede, la politica prevale sullo sport, speriamo che il buon senso prevalga sulla politica, specie se di basso impero come quella he stiamo vivendo quando i comitati regionali alcuni dei quali freschi di commissariamento, pesano in voti e non progetti pensando alle poltrone e ai risultati e non viceversa.E che l’Italia vada a Rio, che l’Italia del basket possa scegliersi democraticamente  il presidente senza questo imbarazzante mercato del voto e delle poltrone.
 
A cura di Enrico Campana

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