No ai Giochi, la FIBA prende tempo

Prima di emettere eventuali sanzioni, nelle prossime settimane la FIBA incontrerà individualmente o per area territoriale i vari resposabili delle 14 nazioni sotto la pesante spada di Damocle di una squalifica per i prossimi Europei del 2017, la cui fase finale è prevista in Turchia, che mantengno relazioni o impegni con l’Euroleague/Eurocup. L’ipotesi di un provvedimento nei confronti dell’Italia non  è stato rimosso  con il vertice dei giorni scorsi al CONI e il dietro-front dei 3 club ribelli, Sassari, Trento e Reggio Emilia. Rimane sul tavolo la questione-Armani titolare di una delle 11 licenze sulla cui soluzione si è detto  il presidente Livio Proli si è detto però fiducioso, come riportato dai giornali.
 
Sarà, ma intanto sabato il Bureau della FIBA  ha discusso  per tre ore e mezzo  mantenendosi in contatto anche col CIO, respnsabile dei Giochi, che  darebbe la  copertura al livello più alto alla linea dura dell’organismo del bsket mondiale  di cui l’avvocato italo-svizzero Patrick Baumann   è il plenipotenziario e governa con un direttivo (senza un membro italiano)  e un presidente a rotazione (oggi l’argentino Muratori).
 
Dalla sanzione annunciata per l’Europeo del prossimo anno, sfidata dalla Euroleague Basketball  con la presentazione del gruppo di 40 squadre  d’elite (16  di Euroleage e 24 di Eurocup) la FIBA ha deciso di anticipare i tempi e agire con la massima durezza, compresi anche i paesi  europei qualificati per le Olimpiadi, fra cui la Spagna  campione d’Europa e la Lituania e  quelle partecipanti al preolimpico, fra cui anche l’Italia e la Serbia che organizzano due dei 3 tornei preolimpici.  La Olimpiadi vengono ovviamente considerate un bersaglio strategico  di grande portata, anche se a Monaco precisano che si tratta  semplicemente del primo evento in ordine cronologico in calendario.
 
La FIBA è intervenuta su 14  Federazioni nazionali, e la Spagna che pensava di essere intangibile per la separazione dei club della Liga ACB dalla FEB (mentre l’Italia il campionato è gestito in parte per delega a Legabasket con meno poteri, adesso  è  nella bufera caso per i suoi titoli, accreditata come la sfidante de Dream Team a Rio de Jaeiro. E perchè, anche se caduta la Federazione per una denuncia della Catalogna per la gestione affaristica di Josè Luis Saez, sta preparando a breve nuove elezioni (il candidato a sostituirlo è l’ex giocatore Garbajosa) sotto la tutela del Consiglio Superiore dello Sport (organo di Governo centrale). In pratica la FEB, sotto la scopa delle FIBA, adesso si comporta come Pilato affermando di non potersi ritenere responsabile  della decisione   della Liga  di allersi con l’Euroleague, presa da un’assemblea a lei estranea.
 
Conviene ricordare che la FIBA  gestisce il basket in oltre 200 paesi  attraverso 5 aree geografiche continentali  e  recentemente ha avviato  un progetto di trasformazione del basket  che ha come meta finale la Basket World Cup 2019 in Cina con 32 squadre (8 gironi, fase finale a Pechino). Il processo di selezione dal 2017 al ’19 prevede 9 finestre a febbraio e novembre con gare di andata e ritorno delle nazionali durante il periodo dei campionati nazionali e delle Coppe. Può essere una buona idea  dare visibilità alle rappresentative  che oggi giocano sempre d’estate e mai davanti al proprio pubblico salvo qualhe amihevole,  ma questa è un’utopia negli Stati Uniti perchè la NBA forte di un falco aggerritissimo come Mark Cuban, patron di Dallas, che considera la FIBA  uno scandalo perchè fa grandi affari cin giocatori pagati da loro, non farà mai spazio all’attività della FIBA. In Europa la situazione è diversa, dal 2000 la FIBA ha dato in gestione con scadenze quadriennali  le due principali coppe a un consorzio privato (Unione Leghe Europee Basketball, oggi Euroleague Basketball) che consta di 11 club con licenza A, fra cui l’Armani (subentrata in pratica al fallimento di Siena). E il cui successo crescente ha consentito  di trovare un  parter americano ,la multinazionale dello sport frofessionistco IMG, che metterà una cifra di 900 milioni di euro per 10 anni in cambio della gesie dei diritti Tv e del marketing e comunicazione. Molto più di quello che offre la FIBA, 4-5 milioni per stagione contro 85-90,   trasformado la sua Europe Club in una  Champions League dal 2016-17 . La FIBA  meno larga di manica come partecipazione (2 squadre più una terza al torneo di qualificazione, contro le 3 sicure di Eurocup, una licenza A (Armani) e la possibiltà di una seconda squadra in Euroleague come vincitrice dell’Eurocup. Da parte sua la  Coppa FIBA garatirebbe anche lo spazi delle nazionali, mentre ormai si gioca da ottobre a metà maggio a volte da lunedì a venerdì e ha l’intenzione di  espandersi a giocare anche la domenica, che sarebbe un danno per i campionati nazionali.  In un sistema liberistico come quello americano  la questioe non si orrebbe nemmeno, la vecchia Europa feudale invece ha portato all’attenzione   della Comunità Europea con esposti e controesposti, da una parte le minacce ai club e alle Federazioni, dall’altro il principio della sovranità sportiva dei CIO nazionali e il diritto sportivo acquisito sul campo e non con le wild card. Una battaglia epocale e fratricida mentre la FIBA ogni anno grazie ai migliori giocatori europei, continua ad aumentare il successo e il fatturato e grazie a contratti TV il salary cap di ciascuno dei 30 club è arrivato a 90 milioni , quindi un totale di 2700 milioni di dollari. Una cifra astronomica, il libro di Carl Markx ha avuto successo, ma meno delle magliette e delle scarpe griffate dei vari campioni.
 
A cura di Enrico Campana
 

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