La Reyer risponde alle accuse di Julyan Stone

In una nota ufficiale, la Reyer Venezia ha risposto alle accuse di Julyan Stone, che sul suo profilo Instagram ha attaccato la società: “Sapevano di mio padre, mi hanno ignorato”.

A proposito della questione in corso con il tesserato Julyan Stone – incomincia la nota – e in risposta alle sue affermazioni presenti sull’account personale Instagram (in calce al comunicato) è doverosa una premessa: da quando il papà di Julyan è stato colpito da un brutto e improvviso male, la società è sempre stata vicina e partecipe al dolore e alla situazione del giocatore. Da sempre l’Umana Reyer è sensibile ed attenta agli aspetti umani che riguardano non solo gli atleti ma tutti coloro che collaborano con la società.

All’atto della firma del contratto con cui l’atleta Julyan Stone si è legato alla società SSP Reyer Venezia Mestre srl entrambe le parti erano già consapevoli della brutta situazione sanitaria in cui versava il papà di Julyan.

L’Umana Reyer afferma con fermezza di aver comunicato da subito a Julyan Stone la volontà di dare a lui e alla famiglia assistenza economica, sanitaria ed assicurativa e soprattutto la disponibilità per poter non far mancare la sua presenza al fianco del papà in un momento così difficile.
Altrettanto fermamente la società dichiara di aver comunicato continuativamente con l’atleta Julyan Stone e i suoi agenti rappresentanti per trovare la migliore soluzione possibile.

La società non vuole altresì pensare che il non voler più essere legato all’Umana Reyer da parte di Julyan Stone sia condizionato dalla proposta che l’atleta ha ricevuto da una franchigia NBA (che a noi informalmente risulta avere sede all’incirca a 650 km dalla clinica dove è ricoverato il padre) poiché la disputa di un campionato di 82 partite logorante ed impegnativo, per le lunghe trasferte, non potrebbe in ogni caso garantire la vicinanza concreta e costante al padre.

Inoltre, la società Umana Reyer non ha mai utilizzato alcun organo di informazione, diretto ed indiretto, per rendere pubblica tale vicenda, come invece sostenuto da Julyan Stone.

Infine, l’Umana Reyer esprime il suo dispiacere per come si è evoluta questa vicenda, che coinvolge un atleta, e la sua famiglia, con cui da sempre c’è stato un rapporto di reciproca stima, rispetto e fiducia”.

 

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