La linea pro-FIBA taglia fuori i fischietti italiani

Si profila un caso per i fischietti italiani nelle coppe: l’unico certo per ora  è Gigi Lamonica che  ha chiuso per il limite d’età FIBA (50 anni) diverso da quello dell’Euroleague. A lui è toccato l’onore alto mercoledì notte di essere il capo-terna dell’Opening d Madrid.Passato Martolini alle coppe FIBA, al momento gli altri 3 arbitri internazionali Paternicò, Sahin e Lanzarini sono sulla graticola. Per analogia alle decisioni prese nei confronti dei club di Eurocup, i tre al momento non sono designabili come dal punto 4 del contratto professionistico sottoscritto con la Fip per la stagione 2016-17. Di sicuro no per l’Eurocup, ma per l’Euroleague se c’è Armani potrebbero starci anche loro? Vedremo al termine del primo turno dei due tornei continentali di Euroleague anticipata dal prologo l’Eurocup – iniziato mercoledì con i 4 gironi di qualificazione – quale sarà per la Fip il destino dello sparuto drappello dei nostri.

Nel caso fossero appiedati, Paternicò continuerebbe almeno 2-3 anni ancora con le coppe Euroleague perché a fine stagione arriva anche lui  ai 50 e con la FIBA ha già raggiunto il massimo della carriera. Nemmeno Sahin è di primo pelo e potrebbe ambire a dirigere la finale  dell’Eurolague a Istanbul, il paese di nascita, e terminare la carriera nella maggiore competizione  a 52 anni. Con due designazioni settimanali di Coppe guadagnerebbero e quanto e forse più dell’Italia il cui gettone è di 1000 euro a gara. Più delicata la decisione del quarantenne bolognese Lanzarini che avrebbe manifestato il suo disagio per la sua posizione spiazzando anche il Commissario suo concittadino.

Si tratta davvero di un bel problema, finora  non affrontato se non ufficiosamente in Fip, dove tutti sono concentrati sui giochi elettorali per la rielezione di Petrucci  e la spartizione delle poltrone e degli strapuntini, che si riaccende nel meeting dei presidenti regionali di ieri a Bologna. Persino un posto di commissario degli arbitri di B può condizionare un plebiscito pro-Petrucci. È imbarazzante, per usare un aggettivo spesso sulla bocca di Malagò, ritrovare nel lotto della A il nome di Gennaro Colucci, ex designatore di Legabasket del settennio più discusso del basket italiano quando Armani e Virtus Roma presentarono esposti alla Magistratura sugli arbitraggi a favore di Siena. “Baskettopoli” e “Time Out” hanno forse insegnato qualcosa, se non far capire le ragioni nel il ritardo del ricambio, quando vigeva l’arbitraggio di “sistema”? Ancor inspiegabile l’incredibile  decisione della Fip, dopo un anno di normalizzazione in cui con un presidente si era avuto un primo risultato (meno  polemiche e un ricambio  grazie alle “liste aperte”) e l’accettazione di figure comparse nei verbali della Magistratura.

Parliamo però del ritorno alla figura del Commissario. Il quale, in controtendenza all’ultima gestione e in analogia a quella discussa di Zancanella (anche lui citato nei verbali, ma poi stralciato) che vede ben 14 fischietti della sua regione (Veneto) in A-2 contro i 4 soli della Lombardia. Questo commissario va incontro al suo destino senza un’ esperienza specifica, da due anni soltanto è  nella Fip come presidente regionale emiliano. E il suo biglietto da visita è stato presentarsi con una raffica di nomine. A parte il ritorno di certi “sugheri”, i commissari he gudicano gli arbitri  sono stati triplicati, da 19 a 49. Alla faccia della spending review richiesta dal CONI. Inoltre alcune regioni  sollevano un palese conflitto di interesse sul Commissario: e vuole stare lì deve immediatamente dimettersi da presidente del Comitato Regionale Emiliano, non può essere controllore e controllato.

E i colleghi regionali hanno il sospetto che la sua Emilia possa avere alla fine ben  3 posti – ed essere l’ago della bilancia – nel Consiglio Federale che uscirà dall’assemblea elettiva del 17 dicembre. Che sia una protesta trasversale e velata nei confronti di Petrucci il quale astutamente sta lontano dai ring, magari per studiare la situazione e procedere più avanti con mano ferma al repulisti nei confronti dei suoi boiardi? Ma certo, si osserva, questa nuova occupazione  massiccia dei litigiosi  presidenti regionali, ha superato il limite. Le prime avvisaglie sono state il ritorno di Colucci e altri epurati minori, anche indicazioni ad oggi approssimative sui criteri di valutazione degli arbitri. Si continua col giudizio, o al ritorno al voto con e sfumature e l’avocazione al vertice (in questo caso il Commissario) per promozioni e retrocessioni. Alla prima giornata i commissario sarebbero usciti senza che fosse ancora pubblicata sul sito una lista definitiva essendo la pila di contratti ad personam in via di definizione. Speriamo non si torni alla situazione gelatinosa descritta dalla Procura di Reggio Calabria sulla designazioni dei commissari per gli amici e i non amici.

Il primo esempio “pratico” si è avuto domenica a Milano: il commissario milanese avrebbe dato un giudizio positivo alla terna di Milano-Avellino. Non andate a dirla ad Avellino che nella fase del recupero è stata punita con 2 fischi inesistenti e più tardi con un tecnico a Sacripanti del tutto gratuito, tanto che dal labiale del coach degli sconfitti si è capito bene cosa avesse da dire all’arbitro che andava verso di lui, quasi con aria contrita.

Con gli arbitri non si scherza, forse qualcuno rischia davvero di andare fuori strada alla prima curva. Conviene rileggersi i verbali di Baskettopoli, ferita ancora aperta (il processo non è ancora prescritto, alcuni patteggiamenti hanno confermato una parte delle accuse del pm). Oltre 400 pagine di storie, storielle e storiacce e nei quali la dottoresse La Miranda raccomandava la Fip di vigilare postulando che “gli arbitri sono pubblici ufficiali in pubblico servizio”. Perché per la loro carriera la Federazione paga per l’istruzione, i rimborsi, i gettoni di presenza. E i soldi che il Governo passa sotto forma di contributi al CONI e alle Federazioni. Vuoi mai che un giorno le associazioni dei consumatori decidano di vederci chiaro?

Per la cronaca, dopo il dominio senese il presidente Sardara chiese il sorteggio, il sorteggio sarà pure un’offesa al merito ma la Dinamo Sassari vinse lo scudetto. Sarà soltanto un caso?

A cura di ENRICO CAMPANA

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