Kalnietis: “Adesso è un piacere giocare a Milano”

Il play di Milano Mantas Kalnietis a poche ore dalla sfida contro il Maccabi Tel Aviv in Erolega  rilascia un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui analizza l’avvio di stagione dell’Olimpia.

“In Eurolega abbiamo iniziato col piede giusto. Siamo sempre rimasti nel match, non per caso, contro squadre che puntano a vincere la coppa, offrendo una buona pallacanestro, poi abbiamo battuto il Barcellona e, a mio avviso, non è stata nemmeno la nostra gara migliore”. 

Lo stesso lituano sembra rinato: “Siccome non gioco in Italia, l’ultima partita vera l’avevo fatta all’Europeo e tutto questo è un po’ strano ma mi sto adattando. Tutto questo è un po’ strano ma mi sto adattando. Vorrei dimostrare che quello visto col Barcellona è il Kalnietis vero, ovvero uno che gioca aggressivo e sa cosa serve ai compagni”.

La coesistenza con Theodore: “Posso subentrare al suo posto e giocare con lui. Posso giocare nei tre ruoli esterni perché ho la taglia per farlo. A volte giocare con due playmaker è più facile perché se c’è pressione su uno dei due si crea un vantaggio per l’altro”. 

Giocare una sola manifestazione può essere un vantaggio: “Prendo il lato positivo del giocare una volta alla settimana anche se io vorrei giocarle tutte. È sicuramente più facile recuperare e sviluppare il lavoro extra che spesso un calendario troppo fitto ti impedisce di svolgere. Insomma, la gestione personale diventa più semplice ma ripeto: ci sono dei regolamenti, capisco la situazione, ma conto prima o poi di riuscire a giocare anche in campionato”. 

Cosa è cambiato rispetto alla scorsa stagione: “Non è una questione tecnica, tattica o di qualità dei singoli. La squadra era valida anche l’anno scorso. Semplicemente è cambiata l’atmosfera. Abbiamo un allenatore che crede in noi, in quello che facciamo, ci ha messo in testa di poter competere con le squadre migliori d’Europa. L’anno scorso giocare a pallacanestro a Milano era un lavoro, quest’anno è un piacere. Un piccolo dettaglio che fa tutta la differenza del mondo”. 

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