Italia-Serbia, le pagelle di Campana

ITALIA 5,5  Tanto rumore per nulla! Una partita non giocata, ci chiediamo, non è forse peggio di una partita persa di 19 punti? Specie dopo aver attizzato il falò dell’interesse dopo anni di sopiti sentimenti per la Nazionale, col pungolo di far salire gli ascolti di Sky, il partner della Fip in questa operazione, la gente si aspettava di provare con ogni mezzo di lottare per il 1° posto del girone, sia per il valore dimostrato e le nuove prospettive, sia per misurare la propria forza, specie con Gallinari, Belinelli, Bargnani, Gentile e Aradori molto caldi contro la squadra in questo momento migliore di tutto l’Europeo. E per arrivare primo, mi sugeriscono i lettori, per una ragione pratica: se caso mai Israele dovesse battere la Francia il prossimo avversario potrebbero essere i campioni d’Europa, e certi cali di tensione si pagano.
 
L’attesa è andata delusa, a parte qualche flash di Gentile che ha giocato un’altra partita senza pecche, grazie all’abito azzurro, un timido risveglio di Cinciarini che avventuratosi in area sembrava un cerbiatto in una gabbia di leoni ruscendo a portare a casa  ben 4 canestri, più delle altre gare messe assieme. Si poteva stare in partita anche con Bargnani, Cusin che ha giocato poco. E si poteva puntare nel quintetto su Polonara e Della Valle che hanno segnato i loro primi canestri nell’Europeo: in campo sono apparsi disinvolti, sopratrutto è stata di Polonara la più bella azione difensiva, una stoppata da dietro a Nedovic in entrata, uno che quando parte, come Gentile, è come un caterpillar.
Gallinari ha utilizzato tutto il suo repertorio riuscendo a mettere fifa ai serbi, ha sbagliato solo un tiro e un libero, ha usato il corpo nelle entrate e quando è stato chiamato in panchina gli slavi hanno dialagato.
 
Il momento di maggior tensione si è vissuto quando il Gallo ha avvinghiato in un’azione di gioco Kalinic, i due duellanti si sono presi per le mani dietro la schiena, come un passo di danza: poteva finire in rissa, ma tutto è finito con un fallo antisportivo dell’azzurro e il fervorino da parte dell’arbitro, come fanno gli arbitri di boxe.
 
Ma la cosa bella (per loro, non per noi) è aver visto per la prima volta visi concentrati sul gioco per 40 minuti, hanno difeso di tecnica, la palla si muoveva come un laser musicale da un giocatore all’altro e il tiratore aveva due metri di vantaggio per tirare sereno. Si sono divertiti a fare uno spettacolo con giocate da NBA, alley hoop, schiacciate, senza lasciarsi andare allo scherno picaresco, tipo passaggi dietro la schiena come in altre occasioni. Complimenti a Djordjevic, il CT che ha scelto di vivere a Milano, la città d’adozione, per aver usato la sua psicologia, la sua esperienza di giocatore-showman e radunato un gruppo che potrebbe fin da questo torneo cogliere un primo titolo, dopo aver già incassato l’argento mondiale.
 
La Serbia è al 3° posto in tutte le specialità, 85 punti di media, 39,8 rimbalzi, 23 assist, 68 punti subiti, contro gli 88 dell’Italia (2°), il 35,8 (12°), il 183 (9°) e il 21° posto come canestri subiti, perfetta rappresentazione di una colladuata basket-machine al volante del quale sembra di vedere un Teodosic più giudizioso. La Serbia è una squadra che ha saputo superare i ben noti limiti strutturali.
 
GENTILE 7,5 –  Ha giocato una partita vera, 36 minuti per dare una risposta sulla maturazione, la capacità di leggere il gioco, di sfruttare i blocchi per infilarsi in area e spaccare le difese trovando sempre un tiro in traffico o finendo addirittura in schiacciata. Ha migliorato anche la concentrazione difensiva, adesso bisogna vederlo nuovamente sotto stress.
BARGNANI 6 – Ha tenuto la sua media punti (17) con un 50 % (7/14) e questo è buono contro i serbi chefacevano sul serio, forse potrebbe essere più utile creare soluzioni per il tiro da 3 punti dove ha il 50%. Si è adeguato al clima di gara, forse doveva lottare di più ai rimbalzi.
ARADORI 6,5  – Se contestualizziamo, usando un verbo caro a coach Dalmonte, la prova di Pietro in una partita senza pulsioni e tensioni è stata una coda delle belle prove del perfetto Sesto Uomo: il migliore nei liberi (6/6) e per la seconda gara consecutiva nei rimbalzi (6).
MELLI  NG – Anche in questa gara si è guadagnato il suo canestro, stavolta da 3.  Era la partita giusta per lanciarlo invece del solito percorso della porta girevole.
 
GALLINARI 7 – Per lui i 3 minuti non sono stati un allenamento. Un gigante fra i giganti, ha sbagliato solo un tiro e un libero, e non ha ceduto un millimetro in difesa. Peccato non sfruttare il suo momento.
HACKETT 5,5 –  In 19 minuti un canestro da 3, 2 rimbazi, 4 assist. Forse era l’occasione per giocare meno frenato, irriconoscibile rispetto al centauro di Siena e allo scudetto di Milano.
CUSIN NG – Sgobbare per 7 minuti senza avere un tiro, 1 rimbalzo, in una gara utile per capire il suo ruolo tattico a Lille è quanto meno incomprensibile. Pochi sanno che il “Cus” è uno dei difensori più considerati dai giocatori stranieri. Vogliamo puntellare la difesa da 21° posto?
CINCIARINI 6 – 4/7 al tiro, due assist, 2 rimbalzi, vediamo se una rondine fa primavera. La gara non fa testo, ma tutti vogliamo aiutarlo.
DELLA VALLE 6 – Ha segnato il suo primo canestro, in 7 minuti si è mosso bene, fatto le cose giuste, poteva essere utile vederlo all’opera come play.
POLONARA 6,5 – In 7 minuti ha segnato il suo primo canestro, se entrava la bomba avrebbe rosicchiato qualche minuto in più dei 7 concessi, ma una stoppata così pulita per Nedovic era inaspettata. Altro giocatore che alla prima occasione deve  andare nella NBA.
 
BELINELLI NE – Si è visto solo nei primi piani del regista in panchina, senza una maschera di sofferenza. Il coach azzurro ha parlato di problemi muscolari.
DATOME – Il capitano non giocatore ha avuto molto meno lavoro motivazionale in panchina
PIANIGIANI Non Giudicabile – Finito di “spagellare” mi è arrivata una email di un lettore deluso dalle scelte di Pianigiani, per non aver nemmeno provato  a giocare una gara di tale significato, riferendo di un suo vizietto dei giorni felici di Siena nel concedersi pause a qualificazione avvenuta. Giro al mittente il testo: “Non ha giocato la partita. Un classico!”. Riscontreremo se è così, intanto riporto la spiegazione di  Pianigiani sulla sua scelta  che non so se sia stata condivisa o meno dall’ambiente azzurro, rispettiamo le sue ragioni ma anche quelle di chi dopo tante emozioni si è sentito defraudato di un’altra possibile battaglia.
 
“Avevamo in campo diversi giocatori con problemi fisici, dispiace perchè avremmo voluto giocare una partita più solida. Noi non siamo la Serbia, non per la qualtà, ma per l’abitudine a giocare con questi ritmi 5 partite consecutive. Mi piacerebbe rigiocare il match tutti sani e tutti insieme”. Magari invece di 5 partite poteva dire 4 partite o 4 partite e mezza, magari era giusto anche valutare le giornate di riposo che potrebbero essere due perchè 4 squadre giocano il 13 e potrebbe esserci anche l’Italia, dipenderà dagli ultimi risultati di stanotte e da Francia-Israele.  Commento Sky che condivido: “E’ stata una lezione per capire che senza tensione si vedono i nostri limiti”. Ben detto. Con gli slavi ci rivedremo dunque a Filippi sperando di ritrovare a Lille il punch dei giorni scorsi, arrivare con un ventello non è il miglior biglietto da visita, ma gli statistici dicono che anche a Parigi andò così. Rispettiamo il volere degli astri, ma anche quella di una sana e costruttiva critica.
A cura di ENRICO CAMPANA

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