I playoff di Campana: “Mai vista una Reyer così”

Sportal.it ha chiesto un intervento sui playoff a Enrico Campana, giornalista grande esperto di basket e già prima firma della ‘Gazzetta dello Sport’.

Sassari  come il  protagonista di “Morte a Venezia”, il romanzo autobiografico di Thomas Mann che al culmine del successo  lascia in Laguna  tutte le sue residue forze di una stagione artistica dura e piena di imprevisti ma anche di sorprese. La Reyer  nega alla squadra più pazza e seducente di questa stagione il secondo scudetto, è la prima a fermarla dopo  22 vittorie consecutive fra cui c’è anche la sua prima coppa internazionale. E le brucia anche il ricordo della sconfitta di Coppa d’Italia nella quale aveva 20 punti di vantaggio,  quella sulla quale Pozzecco ha costruito  la sua performance  sportiva e mediatica. Questa Reyer riesce a riaggiustare una stagione di alti e bassi, scopre che il sistema  migliore è il sacrificio, il lavoro, supera la tentazione di tagliare Austin Daye,   bello senz’anima,  orfano della NBA. Casarin presidente-tuttofare, il manager che manca a Milano e alla nazionale,  dice però no  alla richiesta del suo allenatore, ma Daye junior partirà dalla panchina. E’ un lavoro di gruppo che pian piano crea una famiglia armoniosa, ma rimane ancora il problema di Vidmar. Il centro sloveno campione d’Europa,  non riesce a inserirsi ma che secondo Andrea De Nicolao,   prodotto Benetton, il play dell’unica squadra azzurra vincitrice di un oro, la U20, e  grande sorpresa di questa finale, capace di essere protagonista fra tante star, è stato la chiave di questo scudetto. Straordinario risultato non solo per la dimensione del successo, le dinamiche, ma per  la freschezza e la lucidità di una squadra non giovanissima alla sua diciassettesima partita in soli 35 giorni, capace in questo tour de force senza precedenti  di essere perfetta ogni volta nella bella decisiva. Prima con Trento, poi con Cremona in trasferta, e infine Sovrumana con Sassari  che partita a razzo nei playoff ha poi subito psicologicamente il gioco duro del cosiddetto sistema Reyer.  Per  naufragare in Laguna al termine di una guerra di nervi  che lascia l’amaro in bocca, perché non si riesce a stabilire un confine fra sfortune, colpe, situazioni ambientali, l’esatta causa del calo brusco di rendimento dei sardi e i meriti dei neo-campioni. Un partita corale, perfetta, con quattro incredibili tenori  e  Michael Bramos, americano carismatico di origini greche, a spezzare la ali di cera dei rivali e di colpo, in tre azioni, far lievitare il vantaggio da 9 a 20 punti.

Verdetto chiaro,  mai vista una Reyer tanto reattiva, incisiva, e giustamente De Raffaele ha parlato di un vero capolavoro. Ma c’era anche Sassari.  Pozzecco aveva  tentato la provocazione, forse ci credeva poi quando si è reso conto che i veneziani hanno costruito questo blocco in 4 anni e Sassari questo miracolo in soli 100 giorni, ha ripiegato su un mantra logico,” non ci sono vincitori e vinti”. Accettiamo questo ragionamento, anche se ad un certo punto della gara mi sembrava vedere gli Harlem Globetrotters giocare contro la squadra che gli fa da spalla. Senza voler offendere Sassari, ma a volte per un fenomeno fisico, la compressione fa esplodere la bottiglia e non il tappo. Non mi sta bene, invece, che per la seconda volta la Reyer sia fuori dall’Eurolega,  contro 4 spagnole e due tedesche. Ma se l’Olympiacos ha violato il fair play, perché non provare a chiedere la wild card? E’ il momento giusto.

STATS – Sassari ha dominato le prime due serie (3/0 con Brindisi e Armani) e perso la finale alla bella, totale 9 vittorie su 13 con un 69,2 per cento migliore del 58,2  (10/17 dei lagunari) ma con una vittoria in meno. Ci sono poi i confronti diretti: 2/0 nella regular season e 0/1 in coppa Italia (con una rimonta di 20 punti) e col 4/3 della finale il totale è 6/4 . Sassari non ha saputo approfittare della vittoria in g2, l’effimero vantaggio del fattore-campo è stato vanificato con la sconfitta di 3 punti all’esordio sul proprio campo, nonostante le 15 palle perse e i soli 6 liberi su 9 dei veneziani contro i 27 tiri liberi su 31 per la mediocre prova al tiro (6/22 da3,e il 35,9 da 2, 14/39). E’ stata la sera in cui ha ipotecato lo scudetto, Venezia per la prima volta ha chiuso in segno più ai rimbalzi e capito che Daye poteva fare la differenza. Top scorer (22 punti), miglior rimbalzista (7) e nella valutazione (24) l’ex Detroit Pistons si è poi ripetuto in gara5 con 20 punti, 7 rimbalzi e 22 di valutazione.

STATS BELLA – Venezia ha toccato per la terza volta  il punto più alto in attacco (87 punti,  lo stesso punteggio con Trento  e Cremona nelle vittorie cruciali in g5 dei quarti e g1 di semifinale) e i 100 di valutazione con il maggior scarto  nei punti (+26) e valutazione (+45)  costringendo Sassari ai suoi minimi (61 punti e 56 di valutazione, con i sardi per la prima volta in deficit nel rendimento).  Top della serie ai rimbalzi (46/42) dove i sardi avevano dominato in 5 gare, supremazia schiacciante nel tiro: 13/32, 40,6 contro 8/26, 30,8 nelle triple dove i sassaresi hanno superato 9 volte su 17 gare e 10 triple, con una media di 12,5 nelle ultime 5, fattore premiante  e punitivo per la difesa sassarese sempre in ritardo sulla circolazione di palla e remissiva sui blocchi-killer.  La panchina XXXL veneziana ha stradominato, solo 15 punti per i sassaresi nella bella,  con 50/25, maggior scarto in g6. Disastrosa Sassari al tiro, passabile l’8/20 (30,8) da 3, ma un suicidio il 12/35  (34,3) nel tiro in area, per tensione e esaurimento della carica nervosa, e il 52 per cento dalla lunetta (13/25) voce sempre favorevole per la Reyer ultima nel ranking stagionale. Gli italiani si sono equivalsi, nella bella per Venezia ha segnato solo De Nicolao (10 punti)  che si è superato e irretito Spissu  e Smith, sfortunato Gentile che dopo il fallaccio di Daye in gara5 è stato colpito duro al naso da Cerella quando la gara era aperta. Incredibili i 7 rimbalzi dell’ex virtussino Mazzola, il migliore della sua squadra, che sarà ricordato come l’architrave del secondo tricolore. Per la seconda volta +1, caso raro, fra palle perse e recuperate (9 e 10) che significa l’eccellenza nella gestione della palla e del graffio della difesa. Spissu ha sentito troppo l’esame 8 utili ma 5 falli, 5 perse e -1, migliore degli italiani Polonara che ha difeso e preso ma per la terza volta con 3 squadre diverse ha perso la finale scudetto, destino ingrato mentre l’oriundo Cerella vive il suo italian dream e dopo aver girovagato nelle minori del sud ha vinto invece 3 scudetti e varie coppe come premiato guastatore   di Milano e Venezia. Volonteroso McGee, tre triple non assolvono Smith  come regista, senza   ritmo, indeciso  invece di leggere e aprire il gioco ha tenuto troppo la palla e in area ha sbattuto la testa contro il muro 
veneziano. Pierre da star a enigma, Thomas  ha tirato troppo (1/5 da 3!) e s’è beccato con Daye, ha preso una botta tremenda ai genitali;  grande giocatore, coraggio, tecnica, velocità ma forse aveva la testa altrove, l’Eurolega lo reclama. Commovente Cooley, gli piacerebbe restare ma un centro puro che fa la sua mole di lavoro e ha giocato a Utah fa gola a molti.  La Dinamo travolgente cambierà pelle, è andata vicinissimo al sole ma  come Icaro è precipitata di botto, caduta verticale fisica e nervosa.

FATTORE COOLEY – La curva di rendimento di Sassari riflette quella di Jack COOLEY Sassari vince gara2, 4 e 6 e le sue cifre sono: Punti 16, 18, 26, totale 60; Tiro 5/11, 6/9, 11/18; Tiri liberi 6/9, 6/8, 4/5; Rimbalzi 11 (5 of), 9, 11 (7 of!), tot.31; Falli subiti 9, 9, 5, tot.23; Valutazione 25, 29, 24, tot.78; Minuti 29, 27, 30. Sassari perde g3, 5 e 7, le sue cifre: Punti 6, 4, 9, totale 19; Tiro 2/7, 2/4, 4/7, Tiri liberi 2/2, 0/0 1/4; Rimbalzi 8 (3 dif), 2, 11, tot. 21;  Falli subiti  4, 1, 6, tot.11; Valutazione 12, -1, 18, tot. 29;  Minuti 22, 25, 24. Naturalmente nelle sue prestazioni contraddittorie hanno inciso oltre alle sue capacità la difesa avversaria, la pericolosità del suo avversario (incredibile l’inizio di Vidmar con i primi 3 canestri nella bella!), il recupero. E oltre ai suoi 120 chili sembra abbia giocato le ultime 4 gare con una costola incrinata, eroico…

LA CABALA – Sassari non è stata la prima a vincere due volte lo scudetto in g7 in trasferta, come fece 4 anni fa con Sacchetti, l’impresa è riuscita solo a 3 squadre su 14 volte e per 11 volte sul 2-2 la squadra col fattore campo ha colto lo scudetto. Resiste il tabu dei coach entrati a mezza stagione che raddrizzano la squadra ma perdono la finale, Pozzecco è la sesta vittima illustre. C’è poi da ricordare che Sassari ha pagato acciacchi e infortuni e che Venezia ha vinto i suoi 2 scudetti giovandosi delle sconfitte dell’Armani in semifinale,  tre anni fa Trento le fece il regalino e Sassari   non è stata da meno portandola comunque alla bella  e pagando cara la fatica e il fattore-campo.

ARBITRI – Terna a sorpresa per la bella: mancava Tolga Sahin, il fischietto FIBA più quotato, Mazzoni e Lanzarini i due designati per i mondiali,  e la scelta è caduta su due arbitri di Eurolega, il siciliano Paternicò (52 anni)  e il toscano Rossi (39) e il lombardo Begnis (52 anni). Non saranno contenti a Monaco… Riserva il romano Martolini. Terza designazione per Paternicò 1° arbitro nelle ultime 3 gare dispari, quelle delle 3 sconfitte di Sassari, rientrato nei ruoli. Seconda per Begnis che aveva diretto g4 a Sassari, prima per il rampante Michele Rossi. Risultato: tutti scontenti, vincitori e vinti.

IL COMMENTO DI COACH ZORZI – “Mi sembra che Venezia sia andata in campo con un’altra mentalità, con la consapevolezza di dover vincere, mentre non dico che Sassari fosse rassegnata ma  molle in difesa ed è stata punita sul tiro”, dice l’ex coach della Reyer in una sintesi della sua analisi che Sportal.it pubblicherà domani.

ALTRI MONDI – Anno d’oro per l’EFES che dopo aver battuto il Fenerbahce nelle Final Four di Eurolega ha detronizzato i rivali vincendo gara7 per 89-74. Il titolo porta la firma dell’ex NBA Shane LARKIN: 38 punti, 8 triple su 9, 13/13 tiri liberi.  Per l’azzurro MELLI 10 punti….In Spagna scudetto n.35 per il REAL MADRID (e 4° negli ultimi 5 anni) che che ha vinto g4 a Barcellona (68-74) con l’argentino Facundo CAMPAZZO  MVP (15 punti, 9 rimbalzi, 5 assist)… Monaco ha portato il VILLEURBANNE alla bella vincendo g4 89-91. Rick PITINO, vincitore di 2 titoli NCAA e Hall Famer, ha lasciato il Panathinaikos a malincuore  e torna in America  “dove mi aspetta – ha dichiarato –  un nuovo capitolo della sua vita”.

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