Giancarlo Fercioni inquadra il basket italiano

Giancarlo Fercioni, che racconta il basket per Sky Sport nella maniera più concreta (è il regista principe dell’emittente televisiva satellitare per quanto concerne la palla a spicchi), analizza per Sportal.it la situazione della pallacanestro italiana e le fa un grandissimo augurio per Natale.

“In questo tempo nel quale non ho scritto nulla, ho continuato a lavorare sul e con il basket. Osservarlo, divertirmi, incavolarmi e anche tifare perché è inevitabile avere delle simpatie come tutti quelli che si sono innamorati di uno sport partendo da bambini accompagnati da qualcuno: mamma, papà o amici… Adesso, guardando sotto l’albero troviamo oltre al campionato di serie A, su Skyè arrivata l’A2, è in onda su Fox, ma non lo produciamo più noi (le partite, non i pre e i postpartita) l’Eurolega, l’Nba va alla grande così come Basket Room… La cosa più evidente di tutto ciò, televisivamente e no è che il basket italiano ha seri problemi. Il Natale non attenua la disparità eccessiva di valori nelle squadre, negli impianti e nell’organizzazione delle une e degli altri. La squadra più forte del campionato, Milano, ha seri problemi caratteriali e nonostante questo, con il secondo quintetto vince comunque e questo pone l’accento sul livello delle altre. Il perché è stato ed è argomento di discussione da parte di persone ben più qualificate di un regista televisivo anche se appassionato. Il mio unico pensiero è che se non si fa ripartire il movimento dalla base, dalle scuole e dalle famiglie in su diventa veramente dura. Lo stato deve spingere in questa direzione. Il resto vien da sé…”. 

“L’A2 può essere, anche per la televisione, una buona palestra, però prima deve risolvere alcune situazioni basiche:gli impianti provenienti spesso da serie inferiori sono frequentemente inadeguati per spazi  e per l’illuminazione insufficiente o mal distribuita. Poi alcune società impongono fronti di ripresa che danno le spalle alle panchine, con spazi inesistenti o quasi per le telecamere principali, creando tanti problemi alle riprese e a chi ci lavora. Tifosi e non, ci auguriamo che le due facce di Milano (che sono lo specchio del movimento) si ricongiungano: ora è superorganizzata in marketing, organizzazione e dotata di un buon impianto, il tutto esaurito non è più cosa impossibile anzi è frequente ma la squadra appare priva di anima, non squadra.  Non si cambiano enne allenatori e giocatori , tutti di alto livello, ottenendo risultati ondivaghi a dir poco. Vittoriosa a livello nazionale , mostra subito la corda appena si mette il naso fuori, sembra manchi sempre il centesimo per fare la lira ( o l’Euro). La cosa che spero in questo Natale, per il nostro basket è che porti consiglio e l’umiltà sufficiente per far dire a chi fa il manager, di fare quello e di fare il dirigente sportivo a chi lo sa fare, il proprietario faccia se stesso e i giocatori facciano parte di una squadra e non delle loro statistiche. E a me di essere sempre onesto con me stesso…”.

 

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