Anche Gallinari nella notte magica dei big

Vede tutto dall’alto, sorveglia che tutto sia a posto come un drone e poi decide di intervenire. Il drone tecnologicamene più avanzato della NBA,  LeBron James, ha fatto uno splendido lavoro con  Charlotte battuta 116-105  e marcato  un primato unico nella storia NBA e del suo talento, quello degli assist  perchè dentro i 44 punti (17/2, 5 triple su 10 e 5/9 ai liberi) e la tripla-doppia fallita per un rimbalzo grazie ai 10 passaggi che hanno dato un canestro sicuro ai compagni  con i 10 assist è la primo frontcourt (ala) a superare il muro dei 7 mila assist. 

Il dato per sè non dice molto, da tempo aveva superato Scottie Pippen (6,135) dei Bulls primo a passare la barriera dei Seimila, è il 14° nel ranking all-time degli specialisti  e tenendo questa media potrebbe chiudere la stagione al 12esimo posto mentre come rimbalzista eccellente è al n.103  sta per scendere sotto i 100 tenendo l’attuale notevole media (9,1). All’intervallo il successo era già sicuro (67-52) , poi Charlotte ha recuperato qualcosina (49/53) e  gli Hornets (14/10) hanno chiuso con una sconfitta onorevole  perchè in questa stagione il francese Batum (9 rimbalzi) riesce a tamponare la falla della mancanza di un big-man competitivo anche se Cody Zeller si sbatte (9 anche per lui)  e se il “nuovo” Belinelli dimostra di essere diventato un giocatore più tecnico, più utile alla squadra quando c’è da ragionare e difendere come piace a coach Clifford, sa mettere una pezza qua e là ma senza perdere la qualità del “triplista”. La gara contro i Cavs ha detto che, per fare paragoni,  è  largamente meglio in questo momento di JR Smith,  il “missilista” titolare dei Cavs i campioni in carica,  e con i 15 punti (6/11, 3/4 da 3), si è dimostrato con una gara intesa in attacco  di meritare una segnalazione speciale per il concorso del Miglior Sesto Uomo. E ha superato per la prima volta  da quando gioca a Charlotte i 10 punti di media (10,8) col 15,5  nelle ultime 5 gare e 12,3  in dicembre.

Nove vittorie casalinghe l’unica esterna , frutto di Denver  a Orlando (113-121) nella lunga giornata di sabato. L’exploit  che risveglia interessi di classifica per le Pepite  nel duro calendario (5 gare esterne dal 3 al 7dicembre con 3 sconfitte e due successi) richiama alla bellissima prestazione di Gallinari che veniva da due gare così così,  nella serata in cui Mike Malone ha tenuto in panchina “sir” Winston Chandler, disastroso la partita precedente (5 punti) per  lo sforzo encomiabile fatto in un questa prima parte di stagione, e ha riattivato con successo Kennet Faried (21 punti, 19 rimbalzi) visto volteggiare negli spazi aerei come Nembo Kid.

21 punti, 5/8, 2/3 , 9/10 liberi 6 rimbalzi e 3 assist e 1 sola palla persa in 33 minuti e il canestro più importante della serata sul 109-106, quello che ha fatto capire  agli avversari che non c’era niente da fare nonostante la miglior classifica, per il Gallo lodigiano  il quale ha cantato come non succedeva da un po’ di tempo, forse a causa anche delle 3 assenze per il risentimento alla coscia.”E’ quello che vorrei fare tutte le sere. Più sono aggressivo – ha detto -e più riesco a creare situazioni di vantaggio per gli altri”. La dichiarazione è stata controfirmata da Malone con l’immancabile spruzzata di vetriolo. “Concordo con Danilo, quando è aggressivo è proprio un gran giocatore…”

Sesta vittoria consecutive di Memphis (17/8) , la più prestigosa , 110-89 dopo il +30 del secondo tempo,  perchè  ha messo ko i primi della classe  reduci da una serie di 13 vittorie e 1 persa, anche se già in settimana i Warriors (20/4)  il suo famoso trio aveva dato segnali di appannamento: tra Durant-Curry-Thompson 59 punti coi Clippers, 57 a Utah, 50 coi Lakers 46 coi Grizzlies on the road , minimo stagionale, con un buon Durant (21 punti, 7 rimbalzi),  un Curry impreciso (17 Curry , 4/14 e 3/11 dall’arco) e 8 punti di Klay nella sua brutta copia (4/14 0/3). Unica attenuante l’assenza del centro titolare Zaza Pachulia (prolemi al polso) che il brasiliano Varejao in quintetto ha fatto rimpiangere, mentre fra i Grizzlies gli eroi della vittoria sono stati Marc Gasol (19 punti, 8 rimbalzi, 6 assist), Tony Allen (19 punti 7/17) e Jeff Green rientrato in quintetto con una doppia-doppia pesantissima (14 punti, 14 rimbalzi).  Dominio netto, 47-43 ai rimbalzi e sprattuto 23-15 negli assist per la squadra che ne segna 25 a sera.

Il maggior punteggio è stato dei Clipper che con 133-105 hanno asfaltato i Pelicans allo sbando illuminati da quel genio del basket che in codice è conosciuto come CP3  l’avatar  di Chris Paul, 20 punti-20 rimbalzi per i piccoletto col cervello e la personalità più dotata della Lega.

A cura di ENRICO CAMPANA

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