Cairo: “Sopra la Juve? Bell’effetto”

Il Torino festeggia un traguardo importante: dieci anni di presidenza Cairo. In una lunga intervista al Tuttosport, il patron si è soffermato sulla sua lunga militanza come numero uno del club granata, rispondendo in maniera secca a chi l’ha definito un “braccino”: “E’ vero che avevo ceduto due giocatori importanti come Cerci e Immobile, ma è altrettanto vero che ne avevo comprati altri, cito Quagliarella e Bruno Peres, e che stavo cercando di agire con intelligenza. E’ finita la stagione di Cairo che approdava disperato all’ultimo giorno di mercato e si riduceva a pagare caro ciò che non andava bene alla squadra. E poi, facendo la differenza tra le ultime due campagne di trasferimento ci avevo rimesso 10 milioni”.

Chiari gli obiettivi, in particolare uno al quale tiene molto: “Il mio obiettivo è di riformare una cantera che produca giocatori per la prima squadra. Sono felicissimo per lo scudetto conquistato dalla Primavera, ma l’obiettivo deve essere sotto un certo aspetto superiore e più ambizioso”. Spazio anche a promesse importanti su rinnovi importanti: “Con Ventura è nella natura delle cose, volevamo solo dare inizio alla stagione. Subito dopo a discutere di presente e di futuro con Glik e Maksimovic”.

Poi c’è anche tempo per gustarsi l’inizio di stagione da applausi: “Davanti alla Juventus? Un bell’effetto. Non era mai successo sotto la mia presidenza, spero che duri. E qui mi fermo…”. Infine un “mea culpa” nei confronti di De Biasi: “In 9 mesi e 9 giorni sono salito in serie A. Ho pensato di possedere la dote dell’infallibilità, di essere Re Mida. E ho cominciato a fare cose strampalate, come licenziare De Biasi prima che cominciasse il campionato. De Biasi che ho ripreso, rimandato via, ri-ripreso: anzi, approfitto dell’occasione per scusarmi con lui. Tornando a me, pensavo di aver capito tutto del calcio, ero fuori controllo. Invece il calcio è difficile”.
 

Articoli correlati