FIBA-Euroleague, è l’ora del disgelo

Da fonte sicura Sportal.it  è in grado di confermare la notizia di un importante meeting previsto per domattina a Monaco, nella sede della FIBA, dove arriverà per esplorare la possibilità di un riavvicinamento,  la delegazione dell’Euroleague  della quale farebbero parte il Commissioner Jordi Bertomeu, Real Madrid, Olympiacos, Maccabi e per il Fenerbahce Maurizio Gherardini. Si tratta del  gm turco di cui in questi giorni circola la voce che sia candidato al premio di Executive dell’Anno del basket europeo, figura internazionale che in passato ha lavorato ai vertici dei Raptors e della nazionale canadese.

 
Si tratta di un primo interessante segnale di distensione dopo la guerra per il controllo del basket europeo e l’arroccamento FIBA da crociata. L’impressione è che il clima sia qualcosa di simile a un colloquio fra le due coree. Senza un passo indietro,  la rinuncia a eventuali impuntature o  pregiudiziali di principio e di potere, sarà difficile trovare un’idea comune, sostengono i rappresentanti dei club. In effetti c’è stata un’escalation “crudele” di decisioni e comportamenti, soprattutto dalla FIBA che ha scatenato per prima la battaglia invece di cercare subito una bozza di accordo e consultare prima  le vare federazioni considerandole come semplici dipendenti e non parte vitale del sistema democratico sportivo. E prendendo di petto  un gruppo di persone con le quali Patrick Baumann, il grande capo,  ha lavorato e dialogato per tre lustri e arrivata prima di lui. Bisogna riconoscere che certi standard, vedi la Tv e il marketing, la FIBA mai i avrebbe raggiunti.
 
Il conflitto era deflagrato con  un dialogo arrogante fra le due parti, soprattutto la FIBA voleva riprendersi l’Euroleague dopo una delega di gestione di 16 anni e importanti risultati di management e sportivi acquisiti a vantaggio delle Coppe e del basket in generale. E senza discutere, ponendo le sue condizioni (incentivi economici  esigui rispetto a quelli dei concorrenti) e senza essere disposta a concedere almeno il 50 per cento della gestione all’Euroleague.  Che, da parte sua come risposta della sua forza  ha calato dalla manica il jolly  IMG, la potente multinazionale dello sport nata in America che in cambio della gestione del marketing e diritti Tv ha messo sul tavolo una copertura finanziaria di 900 milioni per 10 anni che significa un gettone di 3 milioni minimo per gli i 16 club del nuovo format. Fra i cui 11 licenziatari  c’è l’Armani Milano.
 
Si profila comunque alla vigilia del clou stagionale del calendario europeo, le Final Four di Berlino (13-15 maggio),  un piccolissimo barlume di ragione  per mettere fine a una guerra senza esclusione di colpi. Una guerra fratricida insensata, con una denuncia dell’Euroleague alla Commissione Europea per minacce e intimidazioni da parte della FIBA e in risposta la controdenuncia   della stessa, la spaccatura in seno alle Federazioni (solo Francia e Italia si sono schierate ufficialmente con la FIBA, guarda caso con la sua autorevolezza dentro il CIO di portare ai due paesi duellanti i voti necessari per avere i Giochi 2024  nei quali sono favoriti rispetto a Los Angeles e Budapest. E in un crescendo irragionevole ecco due settimane fa la decisione di Monaco di squalificare le 14 federazioni nazionali  per gli europei del 2017 (le cui qualificazioni partono quest’anno) e  la possibile revoca delle sedi dei preolimpici, in particolare quello di Torino (4-10 luglio)  con la biglietteria già aperta. Fuori tutte le Federazioni – questo l’ “interdetto” canonico di Parick Baumann –  le cui squadre hanno contratti  in essere o lettere di intenti per giocare nei due eventi del consorzio di Euroleague.
 
L’Italia   ha più di ogni altro  subito emotivamente (e come immagine) questo conflitto scontando il fatto di non avere da anni un posto nel bureau della FIBA e di essere diventata smacco dopo smacco solamente  la nazione n.34 del ranking mondiale, dietro a diverse africane e asiatiche,  e n.14 in Europa, fuori da due Olimpiadi (anche nella femminile) e di aver bisogno del Governo e del CONI per ottenere il preolimpico di Torino. La FIP ha dovuto anche subire al suo interno il rospo dell’adesione all’Eurocup di 3 club, adesione che poi è rientrata con un balletto ambiguo, per cui Sassari, Reggio Emilia e Trento hanno partecipato a Londra alla presentazione delle 24 squadre dell’Eurocup e nelle stesse ore  smentire per iscritto, il comunicato stampa dell’Euroleague. Una figuraccia senza precedenti per la nostra Lega  che una volta, con l’avvocato Porelli e Giorgio Buzzavo, presidente di Benetton-Verde Sport, era stata in prima linea con gli spagnoli per la creazione del consorzio europeo dei club, cresciuto di anno in anno. E il cui unico neo è stato, guarda caso,una brutta faccenda italiana:  il fallimento della Montepaschi che aveva un posto nel board e perduto una delle licenze con un costo di 750 mila euro.
 
Ancora una volta sono stati i personaggi più in vista a  creare le premesse per un riavvicinamento, come le dichiarazioni di Pau Gasol (“non riesco a immaginarmi un’Olimpiade senza Spagna”), o quella dura, ma al tempo stesso di una figura specchiata e titolata quale Zeljko Obradovic con le sue 8 coppe dei Campioni con 3 paesi,  del quale Sportal.it ha riportato le dichiarazioni accorate  dopo aver eliminato per 3/0 il Real Madrid campione uscente. “Ma cos’ha mai fatto Novak per il basket, per prendere una decisione simile che può distruggere quel poco di buono che è rimasto al basket europeo?”, ha detto il Mourinho del basket che a differenza del collega non ha mai fatto notizia per i suoi contratti economici o per l’ambizione di guidare una squadra NBA.
 
A cura di ENRICO CAMPANA

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