Giorno 5, pioggia di podi mancati per l’Italia

Aperto dal bronzo di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia, il quinto giorno di gare agli Europei di Atletica a Berlino prometteva bene per i colori azzurrii sono eccome. A partire dal salto in alto dove Gianmarco Tamberi, superata senza difficoltà quota 2.19, ha sbattuto sull’asticella al primo tentativo a 2.24. C’è da reagire subito, Tamberi lo fa passando la misura al 2° tentativo. L’asticella si alza a 2.28, il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. L’asticella vibra ma non cade, Tamberi c’è, eccome. Si passa a 2.31, misura che l’azzurro quest’anno non è mai riuscito a fare ed in effetti si vede perché la prima occasione sfuma malamente. La seconda non arriva nel senso che il marchigiano decide di passare a 2.33, alla caccia del jolly, ma il jolly ma non lo trova. Finisce così l’avventura dell’azzurro che comunque è riuscito a trovare delle buone sensazioni anche se non la misura che sperava.

Lancio del disco
Daisy Osakue vuole provarci, vuole stare in gara il più a lungo possibile e lo dimostra al secondo lancio quando fa atterrare il suo disco a 58.09. Purtroppo è nulla il terzo tentativo della piemontese che scivola al 5° posto ma resta comunque nella finalissima, in attesa che si completi il giro e si tirino le somme. Il lancio migliore è il 5° con la misura di 59.32, vicinissima al personale di 59.72 ottenuta propria nella qualificazione. C’è però solo da complimentarsi con questa ragazza che ha reagito alla grande ad un periodo in cui si è parlato di lei purtroppo per vicende extra sportive, la pista alla fine ha messo tutti d’accordo e ridato a Daisy tutto ciò che si aspettava

5000 m
Dopo il bronzo nei 10000 metri, Yeman Crippa si assesta a metà gruppo e si consolida intorno alla 10° posizione. Quando mancano cinque giri prova anche a fare qualcosa in più e ad 800 m dal termine è lì nel gruppo davanti, anche se gli atleti sono tutti molto vicini. Meno un giro, Yeman è 5° ma c’è da schiacciare sull’acceleratore. Pigia a più non posso ma al traguardo la sua posizione è quella che fa più male, il quarto posto con il tempo di 13.19.85, comunque da applausi per un ragazzo che è entrato da poco nel giro dell’atletica che conta.

4×400 maschile
La staffetta del miglio non va oltre la 6° piazza a quest’europeo, ed è un risultato poco soddisfacente per gli azzurri che schieravano Scotti – Tricca – Re – Galvan e che stampano un tempo davvero così così (3.02.34). C’era bisogno di una prestazione super per l’impresa, ma al di là di questo, che forse nessuno si aspettava fino in fondo, si era comunque consci di poter compiere una gara di rilievo, così non è stato, ma bisogna comunque ripartire da questo giovane quartetto.

4×400 femminile
Chigbolu rompe gli indugi, Folorunso fa il suo, Lukudo meraviglia tutti portando il testimone a Libania Grenot in seconda piazza, ma poi l’italo-cubana di spegne sul più bello e al traguardo è solo 5° (3.28.62): è questa in sintesi la descrizione della staffetta femminile, una delle più alte speranze di medaglia alla vigilia della spedizione in terra tedesca. Spiace dirlo ma non trovare l’acuto in una stagione così esaltante è davvero, oltre che un peccato, l’ultima cosa che ci si aspettava da quest’europeo. Le azzurre, che in mixed zone confermeranno di aver dato tutto, mostrano sui loro volti tanta delusione e qualche occhietto lucido, ci sarà da fare un’analisi precisa della gara oltre che trovare le forze per voltare immediatamente pagina pechè questo quartetto può e deve ancora puntare in alto.
 
 
Intervista Tamberi
Non va oltre il 4° posto Gianmarco Tamberi nel salto in alto, buone sensazioni ritrovate ma tanto rammarico perché stare ai piedi del podio fa sempre male: “Ho fatto la mia miglior misura stagionale ma come faccio ad essere contento di un 4° posto? Sono venuto qui per saltare 2.30 perché so che ce l’avevo nelle gambe, poi succede che ti trovi a fare i conti con una gara di alto livello con tre atleti che fanno il personale e cose vuoi dirgli? Posso solo inchinarmi a loro, spiace tanto perché chi se ne intende un po’ di salto in alto sa che con 2.28 alla prima solitamente arriva la medaglia, oggi non è stato così, ma è stato bello riprovare certe sensazioni e rendermi conto che quando c’è da tirar fuori gli attributi sono il primo farlo”. “Da due anni non provavo queste emozioni – prosegue Gimbo – ero convinto di poter fare 2.30 ma mi hanno un po’ scombussolato i piani perché sbagliando il primo tentativo mi sono visto costretto ad azzardare il 2.33 per non rimanere giù dal podio, volevo prendere una medaglia per me, per la società, per la federazione, per tutto il mio staff ma così non è stato, resta comunque la consapevolezza di aver fatto una gara pulita, di aver lottato con i più grandi, ora proverò a crescere ancora nel finale di questa stagione e proverò a ripartire con tante certezze in più”.

 

Intervista Galvan
È Matteo Galvan a dire la sua dopo il 6° posto della 4×400 maschile con il crono di 3.02.34: “Ci si aspettava qualcosa in più soprattutto per il tempo – afferma il quattrocentista – peccato perché nonostante fosse dura dovevamo puntare allo stagionale, detto ciò ci siamo però messi in tasca la qualificazione all’europeo indoor dell’anno prossimo, altra tappa dove dovremo dimostrare una crescita in vista poi dell’appuntamento più importante che ci sarà fra 2 anni a Tokyo, da oggi dobbiamo costruire un ciclo che ci porterà alle olimpiadi nella miglior condizione possibile”. Qual è il tuo bilancio personale dopo Berlino 2018? “Arrivo da un periodo difficile tra infortuni e condizione come tutti sapete ma sono felice perché era l’europeo dei punti interrogativi, dei dubbi, sono stati sciolti perché so che nonostante ci sia tanto lavoro da fare ora so che la testa c’è ancora e che la strada è quella giusta, ripartiamo quindi da un punto solido”.

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